In splendida forma, praticamente sempre uguali a se stressi malgrado nei tanti blog su di loro i fan più sfegatati sostengono di percepire in questo quinto disco del 2007 la svolta della maturità, i Tre Allegri Ragazzi Morti rimangono fedeli al loro manifesto programmatico che è per buona parte lì, nella traccia 2 ‘Allegria Senza Fine’ del loro nuovo album La Seconda Rivoluzione Sessuale dei Tre Allegri Ragazzi Morti (La Tempesta rec.): un rock’n’roll veloce, semiacustico sempre più Violent Femmes, guidato dall’esigenza di reagire alla noia da subito, già nell’apertura ‘Come ti Chiami?’, e che non vuol dare altri consigli ai ragazzi, come invece fa la nostra società in maniera assillante, proprio per non fare più danni. E così i TARM si limitano a sommergerti di euforia ed urgenza teenager, e dio sa se non ne abbiamo bisogno tutti, svuotandoci addosso un mare di situazioni concrete, come “l’adolescente cosciente, che mi osserva per capire le mosse” nella sesta canzone, o il critico musicale perduto nel suo delirio giornalistico di ‘La Sindrome di Bangs’, ancora l’autobiografica traccia 10 che parla delle scelte artistiche oltransiste di Toffolo e co. Non che manchino le problematiche, nei testi scritti dai Tre Allegroni, lo stesso messaggio di sessualità, stavolta posto in bella evidenza già nel titolo dell’album, in effetti riprende concetti cari al gruppo anche nei dischi passati: sessualità senza fobie, senza tabù, solo una cosa che ti piove addosso ad un certo punto e che riguarda solo te e te stessa, riferito soprattutto alle ragazze, principali bersagli dei sensi di colpa indotti e della morale diffusa. E così, se in passato il concetto era già tutto lì in ‘Signorina Primavolta’, in ‘Francesca’ e in ‘Occhi Bassi’, oggi lo ritroviamo intatto in ‘Salamandra’, ‘La Sorella di mio Fratello’, ‘Ninna Nanna Pernina’ e ‘L’Impegno’. Ma soprattutto che tenerezza, il singolo ‘Il Mondo Prima di te’, di cui è in rotazione il videoclip in tv in queste settimane, e al contrario che che frustata la chiusura ‘Mio Fratellino ha Scoperto il R’n’R’, cover efficace di ‘My Little Brother’ degli inglesi Art Brut, dove ci ricordano – ospite Brian Richie dei Violent Femmes al basso – che: “mio fratellino non perde tempo a guardare la musica in tv… perchè le canzoni dicono tutte la stessa fottuta cosa…”. (di Fausto Turi)
Incontriamo Enrico Moltheni che racconta l’avventura di Tre Allegri Ragazzi Morti.
Perché questo singolare nome a rappresentarvi?
Perché siamo frutto di una matita e di una storia a fumetti che parla degli adolescenti di oggi.
Esiste un equilibro fra il termine “allegri” e Morti”. Una semplice casualità?
È una figura retorica che si chiama ossimoro, ed effettivamente è un gioco alla ricerca dell’equilibrio tra due estremi.
Il voler indossare delle maschere è un modo per ripercorre alcuni momenti storici della musica di fine anni ’70?
No, è sempre legata all’immaginario fumettistico e alla non-immagine caratteristica del nostro gruppo.
Avete delle “ossessioni”?
Sì, le domande come questa! A parte gli scherzi, direi nessuna ossessione particolare.
Qual è la vostra “Seconda rivoluzione sessuale…”. Titolo anche del nuovo lavoro?
Il titolo è il riassunto del disco in una frase, diciamo che è il sesso è una linea rossa che lo attraversa dall’inizio alla fine.
E’ della cover sul nuovo lavoro cosa mi raccontate?
La cagna nera mascherata su sfondo rosa? È un disegno di Davide, c’è una canzone nel disco che parla di quell’adorabile animale.
Diversi i live che avete realizzato. Queste esperienze a cosa vi sono servite?
Diversi per dire tanti? Siamo attorno ai mille, diversi non è proprio la parola giusta! L’insieme di tutti i live ha creato ciò che siamo, dei nomadi.
A vostro avviso quale il motivo per il quale il rock italiano è poco ascoltato all’estero?
È principalmente un problema di lingua. A noi non piace il rock in croato e ai croati non piace il rock in greco. L’inglese è la lingua del rock, punto e basta.
Rispetto al vostro primo lavoro cosa è cambiato nello stile?
Siamo un po’ più concentrati sui suoni e sulle melodie, direi una crescita sana e direzionata verso un certo tipo di scrittura poetica.
Discografia dei TARM:
Piccolo intervento a vivo (1997) live
Mostri e normali (1999)
Il principe in bicicletta ep (2000)
La testa indipendente (2001)
Le origini (2002)
Il sogno del gorilla bianco (2004)
La seconda rivoluzione sessuale (2007)Autore: Intervista di Patrizio Longo www.patriziolongo.com/extranet – recensione iniziale di Fausto Turi
www.treallegriragazzimorti.it