Abbiamo già visto cosa accade quando tre artisti come Burial, Yorke e Four Tet collaborano: era il 2011 quando in questa formazione lanciarono il doppio singolo Ego/Mirror, traccia di finezza e originalità indiscussa. Nel 2020 tornano con nuovo materiale ma più sommessi e sognanti, meno incisivi e più “diffusivi”.
Il suono, diversamente dalla precedente pubblicazione, è dimesso, riflessivo a tratti sembra esser un continuum di Anima dello stesso Yorke, mera apparenza. I dettagli sonori si susseguono svelando l’identità degli autori. La stessa che è stata validata solo successivamente all’uscita del doppio singolo, da due negozi di dischi londinesi, Phonica e Sounds of the Universe.
Tuttavia é improbabile non riconoscere l’impronta ben definita degli autori: i tratti distintivi di ciascuno si fondono, generando nuove forme non manchevoli di originalità e cura.
La sonorità rotonda e orientaleggiante in Her Hope, la voce come eco, rende il brano tridimensionale, ruota su se stesso avvolgendo l’ascoltatore che resta intrappolato come in una tela di ragno. La resa è sognante e distensiva. Un carillon dalla sonorità acquosa, forse registrata negli abissi è l’altro volto del singolo His Hope. Come Yin e Yang, i brani si completano a voce di Yorke è più diretta e terrena. Gli stili sono fusi in un perfetto equilibrio, nessun autore sovrasta l’altro restano riconoscibili. Ecco ciò che accade quando questa formazione si riunisce, accade che una sinfonia nuova si apre alla creatività e all’inaspettato, nulla c’è nulla di scontato, oltre all’ovvio sold out della limited edition.
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autrice: Noemi Fico