Sul finire dei novanta, primi duemila, la scena indie vive giorni strani e gloriosi.
I figli del guitar rock intuiscono che ben presto rimarranno orfani poichè il movimento alternative così come conosciuto nei due decenni precedenti è ormai morente.
Ci sarebbe poi stato il post-rock a cambiare le priorità della musica underground, una vera e propria rivoluzione che difficilmente ne avrebbe sostituito i valori su un piano emotivo.
E’ allora che si guarda con interesse a quell’evoluzione tutta europea che porta in superficie una serie di formazioni che se da un lato insinuano il dubbio dell’elettronica, dall’altro ripristinano le intuizioni del kraut sepolto da secoli di polvere ed oblìo e le funzioni della wave meno glamour (appunto quelle di creare un un ponte tra rock ed elettronica).
Nomi esotici come Tarwater, Kreidler, To Rococo Rot ecc. vengono dunque alla ribalta, e di essi ci si fida perché il retroterra da cui provengono, come nel caso dei Notwist è a volte addirittura quello della musica estrema.
I Notwist sono quelli che più di tutti hanno dato una forte mano all’affermazione di questa scena un po’ sfuggente ed un triplo live è forse la documentazione necessaria a questa storicizzazione, frutto di tre sold-out sul finire del 2015 in quel di Lipsia che ha scomodato perfino Sub Pop – collaborazione già nata dal 2013 con la band – per la distribuzione americana.
La scaletta attinge naturalmente dalla produzione dei fratelli Acher successiva al periodo post-hardcore ad eccezione del brano One Dark Love Poem estratto da Nook, comunque già sufficientemente malinconico per potersi inserire a pieno titolo in questo stream, manifesto di tutto ciò che possiamo definire ‘indietronica’.
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autore: A.Giulio Magliulo