In casa Wallace come sempre accadono cose particolari, forse estemporanee, ma per fortuna ne viene lasciata traccia ai posteri. Questa volta la label di Mirko Spino ha pubblicato le otto sonate che tre artisti del calibro di Gianni Gebbia (sassofonista palermitano di scuola coltraniana), Massimo Pupillo (bassista dei mai troppo lodati Zu, ma anche di Dogon, Damo Suzuki e molti altri) e Lukas Ligeti (batterista, che oltre a numerose collaborazioni con orchestre sinfoniche di tutto il mondo, vanta pubblicazioni sulla Tzadik di John Zorn, nonché figlio di Gyorgy, uno dei maggiori compositori del ‘900) hanno registrato in un solo di giorno di febbraio del 2001. Il Cd in questione ha chiaramente un approccio jazz ed ogni brano è dedicato ad un personaggio, dando al lavoro una struttura eclettica ed assolutamente variabile, come lo sono i tre musicisti. “Golk? No Sir! Prefer prison flog”, dedicata a John Zorn è un degno omaggio all’eminenza grigia del jazz core, con le sue schizofrenie assortite ed i suoi continui cambi di tempo inaspettati, a J. M. Basquiat il trio dedica la sonata “Pay for soup. Build a fort. Set that on fire”, che ci porta nella grande mela grazie ai tre strumenti che tendono tanto ad incrociarsi, quanto ad andare in parallelo, mentre l’iniziale “Anarchytecture”, per Gordon Matta Clark si dipana sul sentirei del be bop, con la base ritmica altalenante e Gebbia che svisa tra a soli di vario tipo. Cercatelo, minacciate il vostro pusher di fiducia e quando il cd girerà nel vostro lettore godetevelo con calma, magari leggendo un bel thriller.
Autore: Vittorio Lannutti