Con un nuovo album fuori dopo tre anni, i sovrani del rock scandinavo tornano a battere i polverosi sentieri dell’underground. “Rock’n’Roll Is Dead” mantiene vivo lo spirito rock’n’roll emerso dai solchi di “Grande Rock” prima, del superbo “High Visibility” e del suo successore “By The Grace of God” dopo.
Anche se il nuovo album non è memorabile come i dischi precedenti, contiene ancora una manciata di belle canzoni. Ma è il palco la dimensione perfetta per gli Hellacopters: dal vivo, i cinque rockers di Stoccolma non sbagliano un colpo e colpiscono dritto al cuore.
Siamo riusciti a rintracciare Nick “Royale” Andersson di ritorno dalle date americane del loro lungo e acclamato tour mondiale. Ne è scaturita una conversazione piacevole e interessante…
Nick, perchè ci sono voluti tre anni per pubblicare un nuovo disco degli Hellacopters?
Intanto ci siamo presi un anno sabbatico. Poi siamo stati a lungo in tour. Per cui non direi che ci sono voluti tre anni per registrare un nuovo album, ma che sono trascorsi tre anni tra un album e un altro.
Cosa avete fatto nel frattempo?
Durante l’anno di pausa ho inciso il disco di The Solution (progetto collaterale realizzato assieme a Scott Morgan, ex Rationals e Sonic’s Rendezvous Band, ndr) e sono andato in tour in Scandinavia. Ho anche suonato in giro per l’Europa con DKT/MC5. Diciamo che mi sono tenuto impegnato.
Strings ha lavorato al suo progetto Thunder Express e ha anche suonato la chitarra per il cantautore svedese Stefan Sundström, che ho accompagnato anch’io alla batteria in un paio di concerti. Robert ha suonato con i The Wild Kings, una cover band estemporanea che rifà classici del punk-rock, e Kenny con Sofia Härdig & the Needles. Boba invece si è dedicato agli studi.
“Rock’n’Roll Is Dead” è un titolo forte. Com’è venuto fuori?
Fondamentalmente ha un bel suono. C’è una grande canzone dei Rubinoos con lo stesso titolo che siamo soliti suonare dal vivo. E comunque per quanto mi riguarda il rock’n’roll è morto. Probabilmente già a partire dai primi anni Sessanta. Non c’è niente in classifica che suoni come Chuck Berry al giorno d’oggi. Ma ci saranno sempre fantastiche band di rock’n’roll nell’underground.
Ritieni quindi che il vero rock’n’roll sia morto e sepolto?
Si tratta solo di intrattenimento o c’è ancora qualcosa del suo spirito rivoluzionario che vive oggi?
Si suppone che sia intrattenimento. Che poi è l’idea davvero rivoluzionaria. Analizzare troppo probabilmente finirebbe per rovinare le cose.
Il vostro nuovo album è la dimostrazione che gli Hellacopters sono diventati una grande rock’n’roll band, dopo due dischi di punk selvaggio. Dal mio punto di vista la scolta è arrivata con “Grande Rock”. Tu che ne pensi?
Penso che abbiamo sempre avuto un suono diverso da disco a disco. Ricordati che un mucchio di gente odiò il nostro secondo album, “Payin’ The Dues”, quando uscì. Pensavano che fosse troppo pulito. Gli Hellacopters si sono evoluti come band sin dal primo giorno. Perché? Perché vogliamo e perché ci piace. Credo che tutti i nostri dischi siano belli per ciò che sono.
Cosa hai portato dell’esperienza dei Solution in “R’n’R is dead”?
Un’influenza diretta si può ascoltare, ad esempio, in un brano dagli aromi soul come “Leave It Alone”…
In realtà, non molto direi. Probabilmente è al contrario: ho portato un mucchio delle mie idee soul/R&B sul disco dei Solution. Quanto a “Leave it Alone” dal mio punto di vista ricorda gli Stones meglio di ogni altra nostra canzone…
Qual’è il tuo brano preferito dell’album e perché?
Mi piace molto “Make it tonight”. Ha una bella vibrazione alla Sonic’s Rendezvous Band. Non ha un’ispirazione particolare. Scrivo costantemente e qualsiasi cosa che ascolto entra a far parte delle mie influenze…ma è qualcosa a cui non penso quando compongo.
Gli Hellacopters sono famosissimi Svezia (dove siete sotto contratto con una major), mentre nel resto d’Europa e negli States non avete ancora raggiunto un successo di grandi dimensioni. Come vivete questa situazione?
L’unica differenza è che vendiamo più dischi in Svezia che in ogni altra parte del mondo. Il pubblico che viene ai concerti è più o meno uguale. Ci sono più persone che vengono a vederci dal vivo ad Amburgo piuttosto che a Salt Lake City, ma questo mi sembra ovvio.
Nel 2003 è uscito “Goodnight Cleveland”, il DVD che documenta la vita on the road durante il vostro tour americano del 2002. Ogni tanto vi sentite stanchi di andare in tour o vi considerate ancora una road-band?
Sono stanchissimo di andare in tour e come me credo che la pensi ogni altro membro della band. Considera che vado in tournèe regolarmente dall’età di 19 anni.
Dieci anni fa gli Hellacopters sono stati il gruppo di punta della cosiddetta “Swedish explosion” assieme a Gluecifer, Turbonegro, Flaming Sideburns, Sewergrooves…
Negli ultimi due anni, invece, non si è sentito nulla di particolarmente eclatante. Che succede da quelle parti?
Credo che si tratti di mode. Abbiamo ancora dei gruppi-killer da queste parti come Dollhouse, Captain Murphy, Maharajas, Republikans, Doits, solo per menzionarne alcuni. La gente dovrebbe essere più attenta!
Quando non siete in tour, cosa fate nella vita di tutti i giorni a Stoccolma?
Non so molto di ciò che fanno gli altri eccetto che Strings suona coi Thunder Express, Boba suona assieme a Sulo dei Diamond Dogs, Robert è un papà orgoglioso e Kenny legge libri in continuazione. Io, come al solito, ho un milione di progetti!
Com’è la scena r’n’r in Svezia? Ci sono club, negozi di dischi o altri punti di ritrovo per la comunità r’n’r locale?
C’è solo il Debaser che è un buon r’n’r club. Ed un paio di ottimi negozi di dischi come Freak Scene e Sound Pollution. Io vivo ad un’ora da Stoccolma per cui non sono la persona più indicata a descriverti ciò che succede in città…
So che sei un grande fan del rock australiano e che ti piacciono gruppi come Asteroid B612, Brother Brick e Powder Monkeys. Quali sono i tuoi preferiti?
Ci sono molte ottime formazioni provenienti dall’Australia. I Casanovas spaccano il culo. Così come gli Yes Men e i Monarchs, gruppi criminalmente sottovalutati che si sono sciolti.
Parlando dei tuoi gusti personali, che libri leggi e che film ti piacciono?
Adoro H.P. Lovecraft e James Ellroy. Quanto ai film “Down By Law” è incredibile. “Some Kind Of Monster” è probabilmente il migliore documentario musicale di sempre insieme a “Spinal Tap”.
Che musica ascolti in questo periodo?
Un sacco di soul e R&B come Carolyn Franklin, James Carr, Staple Singers, Laura Lee. E blues: da Blind Willie McTell a Mississippi John Hurt passando per Blind Lemon Jefferson. Ma anche Beatles, G.B.H., Possessed, Repulsion, Dead Boys, Bad Brains, Elvis Costello, New Bomb Turks, Bob Seger System, MC5, Misfits, Venom, Ramones. Tutto quello che mi sembra buona musica!
Come è andato il vostro tour mondiale finora?
Il tour di “Rock’n’Roll Is Dead” è quasi terminato. E’ stato faticoso, ma bello.Autore: Roberto Calabrò
www.hellacopters.com