L’espressività naïf e la semplicità denudata della solitudine, rimangono gli elementi più rappresentativi che Lou Barlow – già Dinosaur Jr, Sebadoh – porta nel taschino personale della sua esistenza, elementi imprescindibili di una estetica indie cantautorale capace di unire raffinatezze loner e passionalità lo-fi in un unico grumo poetico, distante da tutto e vicino all’anima.
A sei anni di distanza dal debutto Defend yourself, questo Brace the wave giunge come se il tempo non fosse passato, rimane integra una personalità artistica morigerata, umile e quasi nascosta tra le pieghe della musica, una malinconia di fondo proiettata tra intimità, confessioni e poesia al buio e che si accovaccia sognante e speranzosa verso domani migliori, verso lidi al riparo dalle burrasche del vivere.
L’artista dell’Ohio in queste nove tracce conduce l’ascoltatore in un mondo di purezza cristallina che sa di bruma e torba autunnale, al cui respiro risalta la malinconia stretta Pulse, Lazy, C+E, Repeat o il filtro di una delicata esuberanza che pare destarsi dopo una notte di non sogni Redeemed, Moving e la bella cavalcata di Boundaries, brani di uno straordinario songwriting derivato da un background tipicamente indie.
L’autunno qui è di casa come una impeccabile coerenza profonda, quella di raccontare quello che teniamo sopita nei meandri di una coscienza da celare. Disco Dop!
http://loobiecore.com/
https://www.facebook.com/TheLouBarlow
autore: Max Sannella