Eccolo, è tornato il signor Claypool. Ma chi conosce il bassista di Richmond – eroe negli anni ‘90 coi Primus, capace di inventare un proprio stile inimitabile – sa benissimo che la sua mente folle e visionaria ha continuato, nel corso degli ultimi anni, a sfornare deliri musicali. Les Claypool è oramai una figura di culto, uno straordinario musicista che può permettersi il lusso di fare musica per puro piacere e non per esigenze discografiche. Il suo ultimo album – edito per la Prawn Song (la sua etichetta) e registrato al Rancho Relaxo (i suoi studi) – s’intitola “Of Fungi And Foe” e segue di tre anni il precedente “Of Whales And Woe”. 12 brani – tra strampalerie varie, voci da cartoon, archi deformati, testi ironici e un pizzico di follia psichedelica – che rendono difficilmente decifrabile le sue coordinate. Brani complessi e mai scontati, inizialmente concepiti per il videogame “Mushroom Men” e per la colonna sonora del film “Pig Hunt” (dove Les veste i panni di un sacerdote). Come sempre, al centro di tutto c’è il suo basso che domina la scena. Stavolta, oltre al suo fido Carl Thompson ricco di effetti, Les usa anche altri strumenti, alcuni di sua creazione: basso banjo, basso resofonico, basso dobro, penny whistle, whamola. Nel disco compare anche un certo Lapland Miclovich, ma si tratta di uno pseudonimo del Claypool percussionista, usato per rendere ancora più eccentrico e indecifrabile il tutto. Il lancinante violoncello di Sam Bass, il vibrafono e la marimba di Mike Dillon completano il quadretto. Nel trascinante flamenco punk “Bite Out Of Life” interviene – tanto per rincarare la dose – Eugene Hutz (Gogol Bordello) alla voce e alla chitarra, insieme al batterista Paulo Baldi. “Of Fungi And Foe” è un lavoro spiazzante, difficilmente etichettabile, che lo avvicina più all’amico Tom Waits che ai suoi precedenti lavori con Primus, Sausage, Oysterhead, Frog Brigade e C2B3. Ritmi ossessivi, rumori, jingle per videogame, riff sincopati e atmosfere dilatate creano un crossover estremo che lascia poco spazio alla forma canzone. Un disco che segna, probabilmente, una rottura col passato primusiano, ma che ci consegna un Claypool sempre più estremo, complesso e radicale nelle sue composizioni. E dopo dodici anni, anche in Italia potremo riascoltarlo dal vivo. Tre date a marzo (Milano, Bologna e Treviso) per l’uomo che ha “navigato i mari di formaggio”. Bentornato Les!
Autore: Umberto Di Micco