Passati dall’elettronica downtempo da “salotto buono” degli esordi a forme più ardite di contaminazione (con l’hip hop, soprattutto) nel penultimo lavoro (“Encounters”), i viennesi Sofa Surfers cambiano nuovamente pelle. Con Kruder & Dorfmeister, cui venivano spesso accostati (anche per via di un celebre remix di “Sofa Rockers” ad opera di Richard Dorfmeister) ormai non condividono che la città di provenienza. E gli esperimenti con l’hip hop non sembrano aver soddisfatto a pieno Wolfgang Schlögl, Markus Kienzl, Michael Holzgruber e Wolfgang Frisch, dato che in questa loro nuova “veste” non se trova traccia.
Nel nuovo lavoro, dalla rigorosa copertina rossa, intitolato semplicemente “Sofa Surfers”, la svolta artistica è assolutamente radicale, tanto che si stenta a credere che si tratti proprio di loro: tutte le canzoni sono strutturate sulla base di minimali quanto robusti intrecci di chitarra-basso-batteria, con interventi elettronici ridotti davvero al minimo e un’interessante, discreta, ri-contestualizzazione della passione dei nostri per il dub.
In “Sofa Surfers” la band austriaca fa incontrare ossessive soluzioni ritmiche di scuola kraut e un’inedita sensibilità indie rock con la calda, splendida, voce black di Mani Obeya, dando vita a brani avvolgenti e ipnotici, vibranti di calore umano, ricchi di melodie contagiose, sebbene avvolti da un’atmosfera decisamente cupa. Una sorta di soul-rock profondamente emotivo. Un disco bello quanto inaspettato. Tanto difficile da catalogare quanto piacevole da ascoltare.
Autore: Daniele Lama