…con i Konono No. 1, incredibile ensemble congolese (della parte ex-Zaire, per la precisione) creatore di un uragano di suoni secondo la migliore tradizione centrafricana. Semmai c’è un qualche legame col catalogo Fat Cat, questo può rintracciarsi nell’afro-duìisco-dub degli Stromba, ma è un riferimento abbastanza forzato. Si tratta, ad ogni modo, della prima incursione in Africa dell’etichetta in questione, un’ulteriore tassello alla già riconosciuta ecletticità del relativo roster, anche se ciò che si va a scoprire è tutt’altro che un “fenomeno” nuovo. Sono infatti 25 anni che i Konono No. 1 – omaggiati nel recente “Turn” dagli Ex, che hanno pensato bene di portarseli in tour – mettono in subbuglio i quartieri di Kinshasa, a suon di likembè (sorta di piano con liste di metallo attaccate a una cassa di risonanza) elettrificato, percussioni e voci megafonate, con un sound isterico, frenetico, convulso, istintivo, ipnotico, facilmente bollabile come confusionario ma che ha invece una struttura ben architettata.
L’elemento elettrico è la chiave di lettura dei due brani – ma è in pratica un’unica, rutilante jam – qui presenti, rappresentando il segno della città verso cui questa musica è stata portata. Un sound che i congolesi definiscono “tradi-modern”, fortemente urbano ma con radici rurali, tribali. E la città in questione è tra quelle, con Lagos, più popolate e idonee a rappresentare l’Africa nera, come quando nel 1974, come massima espressione della negritudine, ospitò il fight per la corona dei pesi massimi tra Foreman e Ali (entrambi di pelle scura) sulle note di James Brown in concerto (‘cazzo di spettacolo!!). Il morbo del mal d’Africa non è monopolio di Fela Kuti, sappiatelo.
Tutt’altra musica con i Dead C. Connazionali degli “all blacks” della palla ovale (e, per restare alla musica, del chitarrista Roy Montgomery) questi 3 musicisti sfoderano – dal 1987 – un impenetrabile wall of sound, ma a differenza di Chris Smith le chitarre stavolta sono distorte e sature di feedback, per un sound molto graffiante. Anche troppo, benchè non abbiamo alcuna licenza per stabilire una soglia di rumore accettabile. Se c’è un motivo per accaparrarsi una di queste due uscite, lo trovate nei Konono No. 1, amanti che siate o no dell’afro-sound.
Autore: Bob Villani