Terzo lavoro per i cesenati Pater Nembrot, sempre più arcigni e poderosi e con un sound, che ormai si è definitivamente improntato su uno stoner con divagazioni grunge. Questa volta il quartetto ha voluto spiazzare tutti con il brano iniziale “Lostman”, suonato con il solo pianoforte, si tratta di un brano intimo e nostalgico, che stona del tutto con gli altri otto brani. Già il successivo “Stitch”, infatti, è stoner allo stato puro, quasi un recupero dei PN dei fulgori di Kyuss e FuManchu. Lo stoner va sempre in coppia con la psichedelia per cui il quartetto romagnolo ci regala oltre dieci minuti di puro psychedelic-stoner con “Architeuthis” e altri nove di blues psichedelico con “El duende”. Con “Young rite” i PN riescono ad essere potenti e morbidi, in “Overwhelmed” si lasciano andare ad una travolgente ed appassionata cavalcata rock’n’roll, mentre in “The rich kids of Teheran” lo stoner diventa la colonna sonora di un’apocalittica distopia. Un lavoro possente e che non lascia indifferenti.
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autore: Vittorio Lannutti