Se siete di Milano e dintorni (o se come me di tanto in tanto trascorrete in zona qualche fine settimana) e lì frequentate sagre di paese, feste di quartiere, adunanze folk e piccoli eventi jazz, vi sarete molto probabilmente imbattuti in un sorridente Raffaele Kohler, sempre felice di mettere la propria tromba al servizio di concerti più o meno affollati così come di danze collettive e rimpatriate alcoliche.
Ed è stato proprio in un’occasione di questo tipo, al concerto degli E’ Zezi presso il Movimenti Festival di Sesto San Giovanni il 2 luglio scorso, che ho avuto modo di incontrare di persona Raffaele dopo averlo già conosciuto via mail, quando lo intervistai in veste di componente del collettivo funk-jazz Ottavo Richter.
Avvicinato per due chiacchiere, mentre rifiatava un attimo durante una lunga session folk-jazz improvvisata insieme a tamburellisti e percussionisti in mezzo ad un pubblico entusiasta affollatosi al termine del live degli E’ Zezi nella zona bar del festival, Raffaele mi allungò una copia del disco firmato dal Trio Mirkovic, altro gruppo che lo vede protagonista, questa volta al fianco di Ivan (chitarre, basso, hammond) e Kristina Mirkovic (voce e violino), più altri amici a dividersi tra batteria, percussioni, fiati e pianoforte.
Registrato in parte a Milano e in parte a Belgrado, “Oro d’oro” è un disco ricco di umori diversi, che tra reinterpretazioni di traditionals e pezzi originali (tutti validi, a partire dalla title-track!) mescola la passionalità del folk balcanico (“Leno leno”, “Sve dok je tvoga“, la toccante malinconia strumentale di “U Stambolu“) con avvolgenti ritmi latini (la samba di “Jesen dodje”), intimi accenti soul-jazz (“Gde si duso”), ammiccante cantautorato francese (“C’est lui!”) e pura elettricità funk (“Bembasa”). 36 minuti davvero piacevoli, e in futuro una dose maggiore di follia anarcoide (anche a scapito di un po’ di raffinatezza della proposta) potrebbe rendere la musica del trio persino più coinvolgente di quella che già ascoltiamo oggi. Che il prossimo incontro sia ancora foriero di buone vibrazioni quindi!
Autore: Guido Gambacorta