Due anni fa in un’intervista Lou Rhodes e Andy Barlow avevano ammesso di essere arrivati alla rottura ma di non aver resistito più di due settimane senza la loro musica, che naturalmente li aveva riuniti. Nello stesso anno infatti usciva “What sound”, il loro più bel lavoro fino a quel momento, nato dalla fusione di due talenti ormai maturi e ad oggi, quando ancora canzoni come “Gabriel” o “I Cry” continuano ad incantare e sconcertare, i Lamb firmano il loro quarto lavoro.
Molto più suadente, molto più intenso ma soprattutto molto più suonato dei suoi predecessori “Between Darkness and Wonder” fa da promemoria e riporta alla mente le ragioni che rendono questo duo un vulcano in continua esplosione. Semplicità ed eleganza sono i suoi punti fermi.
In 11 brani, pur mantenendo il loro inconfondibile stile trip-hop, i Lamb passano da un’influenza all’altra senza che ciò tolga omogeneità al tutto. Il pezzo d’apertura l’omonima “Darkness” con i suoi synth e i suoi campionamenti ci introduce nella malinconica atmosfera che sarà dell’intero album, ad eccezione della buffa “Sugar 5” che si candida quale colonna sonora dello spot pubblicitario di turno e della n. 7 “Sun” che ci riporta alla disco anni ’70. Andy Barlow affina il suo ruolo di manipolatore di suoni, sfrutta linee melodiche marcatamente rock e lascia intatte le esecuzioni degli strumentisti che collaborano a questo album, batterista compreso, rifinendo il tutto con campionamenti discreti, che completano più che trasformare. La voce unica di Lou Rodhes si espande tra timbriche androgine e dolci cantati, e in alcuni casi entrambe le caratteristiche convivono perfettamente come accade per “Open Up”. Perla di questo cd però è la traccia n.8 “Learn” con una linea vocale intensa ed emozionante sostenuta unicamente da una sezione di archi che riesce a creare memorabili crescendo. Tra l’altro risulta essere sicuramente uno dei pezzi più orecchiabili al primo ascolto insieme alla n.5 “Till The Clouds Clear”. Le liriche personalissime alternano testi di un ottimismo quasi fanciullesco a testi più cupi, spiegando il senso del titolo di questo full-lenght. Tutto confezionato con una grafica molto curata e minimale che ai prodigi del digitale preferisce l’effetto manuale e antico di belle foto b/n.
Autore: Renata De Luca