Sono lontani i tempi in cui la Victory Records si occupava esclusivamente di hardcore. Genere che continua a trattare ma con maggiore distanza. Gli Action Action lo dimostrano in pieno. Difficile definire ed inquadrare in un genere gli americani, ma citare i loro precedenti gruppi di appartenenza può aiutare non poco. Il singer e leader, Mark Kluepfel, era il leader della pop punk band The Reunion Show mentre chitarrista e batterista militavano nei Count The Stars, mediocre gruppetto
punk acclamato dai teenager americani qualche anno fa. Il sound degli Action Action non si discosta molto dai The Reunion Show. La differenza fondamentale sta nel largo uso dei sintetizzatori e nella freschezza di fondo che contraddistingue questo lavoro. Quando parliamo di pop punk subito ci viene da storcere il naso. In questo caso dobbiamo ricrederci. Il sapore della loro musica è fondamentalmente inglese. Negli Action Action possiamo ascoltare le modulazioni vocali post punk tipicamente inglesi degli Smiths, le atmosfere cupe (‘Lets Never Go To Sleep’, ‘Bleed’, ndr) dei The Cure, le facili melodie dei Duran Duran e la metrica dei The Clash. Tutto ciò non risulta come un “bignami” della musica bensì come un contesto ben strutturato, assimilato e ben eseguito. L’amore per l’elettronica si manifesta nei bellissimi inserti che arricchiscono ogni canzone (This Year’s Fashion, ndr). Il punk easy listening (Photograph, ndr) non appare banale e trito. Lo stile del singer è davvero interessante, sempre in bilico tra la stonatura voluta e la melodia incisiva. Bellissima la copertina dell’album, dai colori accesissimi e di palese gusto vintage. Di conseguenza consigliato a chi cercava una ventata di freschezza in un genere che stava vivendo un momento di stasi. Almeno fino all’arrivo degli Action Action..
Autore: Andrea Belfiore