Francamente non mi è ben chiara la tempistica di pubblicazione di questo debut EP. I Chinese Stars hanno suonato qui a Napoli circa 5 mesi fa. Il disco era in vendita al merchandising, e qualcuno dei presenti lo aveva anche già ascoltato. Forse ciò era frutto delle solite infiltrazioni su servizi di file-sharing et similia. Forse il disco esce veramente adesso, in Europa, per intoppi distributivi che vanno in qualche modo a ritardare la diffusione oltreoceano della Skin Graft, la storica noise label di Chicago (quella su cui escono i Melt Banana, altro nome che pure ha sconquassato dal vivo il capoluogo partenopeo quest’inverno).
In effetti mi piace poco discorrere di queste tematiche. Ripartiamo allora proprio dallo show novembrino per trattare di questo quartetto, nato dalle ceneri dei terroristi noise Arab On Radar (conformista? ok, ma quel poco che ho ascoltato non mi ha per nulla esaltato), da cui hanno ereditato il vocalist Eric Paul (a fra poco…) e il batterista Craig Kureck, e dei Six Finger Satellite, provenienza del bassista Richard Ivan Pelletier. “Cane sciolto” invece, e anche circondato da un certo mistero, il “nerocchialuto” chitarrista Paul Vieira.
E allora, questo show. A me era piaciuto un casino, benchè concepito come semplice “antipasto” all’evento (Wire dal vivo) che sarebbe seguito il giorno dopo. Tre quarti d’ora, ma forse nemmeno, con prevalenza di ritmi dance-punk pulsanti e isterici, generatori di una vera e propria “coazione a ballare” di cui pochi, in verità, sono capaci. Sostanza abbastanza diversa – e mi era stato già anticipato – da quella dei 5 brani dell’EP, il primo a piovere sul mercato con una davvero insolita forma quadrangolare (e parlo del supporto – attenzione a come lo inserite perchè potrebbe non partire). Qui il coefficiente ritmico si abbassa notevolmente, mentre a salire in cattedra sono gli assalti chitarristici di Vieira e gli spastici “conati” di vocals di Eric Paul. Non si fa granchè distinzione tra i brani, assestati su tonalità alte e riff indistinti, accomunati da un’espressività tendenzialmente epilettica. Copertina e grafica da urlo ma, quanto ai contenuti, il pollice pende un po’ verso il basso. Il live, però, e chi se lo scorda?…
Autore: Bob Villani