Anni ’90, USA. Il punk è morto, il metal sta dormendo, un solo genere riesce a conquistare l’attenzione di audience e media, un indie rock di classe, melanconico e profondo a cui si unisce l’energia del’hardcore melodico. Da questa corrente musicale sono usciti molti gruppi emo oggi famosi, ma una sola band è riuscita a segnare in maniera indelebile la storia dell’indie rock, “The Get Up Kids”. Dopo il successo del tour della scorsa estate The Get Up Kids tornano nuovamente in Italia con la tanto attesa tappa milanese: 26 luglio a Carroponte, Sesto San Giovanni (MI).
The Get Up Kids si formano nel 1996, a Kansas City, con Matthew Pryor e Jim Sputic a voce e chitarra, Robert Pope al basso e Ryan Pope alla batteria (quando il fratello di Robert rimpiazza Nathan Shay dopo pochi mesi). La band debutta nel 1996 con alcuni 7” realizzati su etichette minori, tra cui Shorty su Huey Proudhon e All Stars su Doghouse Records. Questi lavori, molto acerbi e approssimativi, riescono comunque a dare una discreta fama alla band, che grazie ad un suono originale e completamente diverso da quanto sentito fino ad allora riesce comunque a farsi un nome tra i fans di gruppi più rinomati come Braid e The Promise Ring.
Nel 1997 escono l’EP “Woodson” e l’album di debutto “Four Minute Mile” (Doghouse Records), che riscuotono ottimi consensi sia dalla critica che dalla scena indie rock. A neanche un anno dalla loro nascita, The Get Up KIds sono sulla bocca di tutti, e molte major iniziano a corteggiare la band, che nonostante l’improvviso successo rimane ancora fedele alla Doghouse. Nel 1998 la band è costantemente in tour con band come The Promise Ring e Jimmy Eat World, la loro è un’inesorabile scalata al successo, e ad ogni concerto ci sono decine di persone in più che cantano a memoria tutte le loro canzoni. Il 1999 è l’anno della consacrazione, prima esce la raccolta “Eudora”, poi, attraverso Heroes & Villains/Vagrant arriva “Something to Write Home About”, l’album che ha reso The Get Up Kids davvero indimenticabili. L’aggiunta di James Dewees alle tastiere, liriche, intelligenti ma introspettive, quasi viscerali, e il loro rock energico che si confonde tra punk e pop, rendono questi ragazzi i nuovi paladini della rinascente scena indie rock. A questo successo seguono i tour con Green Day, Weezer e Hot Rod Circuit, tour che non fanno altro che incrementare la fama della band già alle stelle, ma al contempo non lasciano spazio agli studi di registrazione. Nel 2002 esce “On A Wire”, un album maturo, che segna la crescita personale di The Get Up kids, che si allontanano dalle sonorità più emo che li hanno resi famosi ed evitano eccessive ed inutili ripuliture, a favore di qualcosa di forse più grezzo, ma molto più sincero e diretto. Passeranno altri due anni di interminabili tour prima che la band abbia tempo di registrare il nuovo lavoro Guilt Show, sempre uscito per la Vagrant nel 2004. Guilt Show rappresenta forse il naturale capitolo finale della band: non sono più ragazzi ma adulti che si devono confrontare con famiglia, divorzi e una vita quotidiana fatta di problemi e conflitti, situazioni che impregnano fortemente tutto l’album, e che andranno poi a ledere l’unità della band nel tour di promozione. Il 2 luglio 2005 la band si scioglie ufficialmente con un concerto al Uptown’s Theater di Kansas City, lasciando migliaia di fans in tutto il mondo con l’amaro in bocca, ma con sei, piccoli, indimenticabili capolavori che hanno segnato la storia del rock più recente. Ritornati a calcare i palchi di mezzo mondo la band di Kansas City torna, dopo sei anni, anche con un nuovo progetto discografico: “Simple Science” è un EP, anche in edizione vinile, che da nuova energia alla band e che soddisferò la fame di molti nostalgici.
Autore: red.
www.thegetupkids.com