Mi stavo quasi preoccupando nel non vedere comparire più la sigla Giant Sand sul mercato discografico… Non che Howe Gelb (da sempre il leader della band) sia rimasto con le mani in mano nel frattempo. Anzi, essendo uno che da “logorrea compositiva” è stato ininterrottamente affetto, da solo, si era fatto sentire anche di recente. Era dal 2004, però, che non rimetteva in piedi il suo gruppo. Come da un po’ di tempo a questa parte della line-up fanno parte i “danesi” Thoger T. Lund (basso), Peter Dombernowsky (batteria) e Anders Pedersen (slide guitar), più una serie di ospiti/amici che di volta in volta cambiano. In questa occasione al disco hanno partecipato, a vario titolo, Neko Case, M. Ward, Isobel Campbell, Henriette Sennenvaldt, Lucie Idlout e Lonna Kelley. Una sfilza di collaboratori esterni perfettamente integrata ad un simile progetto, si direbbe. L’imprevedibilità stilistica che accompagna l’uomo di Tucson sin dai suoi esordi si è via via (de)stabilizzata su di un macro genere che, al giorno d’oggi, potremmo sintetizzare come alternative country. Questo per dare soprattutto un punto di riferimento ai neofiti, sebbene il nostro uomo sia un artista allergico alle categorizzazioni, potendo contare su di una preparazione musicale fuori dal comune. La capacità di spaziare dal country tout-court alla ballata acustica speziata di slide guitar, il giocare con la forma canzone così come mettere su nastro le improvvisazioni del momento, il prendere in prestito spunti punk, low-fi, jazz, roots sono tutti elementi che chi conosce il percorso dei Giant Sand e di Howe Gelb in particolare già sa a memoria. Mancherà l’effetto sorpresa dunque ed è altresì vero che “Provisions” è un album di transizione. Anche così, in ogni caso, rimane un bel sentire…..
Autore: LucaMauro Assante