In giro dal 2010, dopo l’Ep d’esordio del 2015, “La nostra comunità”, i napoletani Profugy esordiscono sulla lunga distanza con un disco co-finanziato con il crowdfunding. La band si esprime con un pop-folk accattivante e vincente. Dotati di una buona lirica, e di ottime capacità musicali, riescono ad arrangiare i brani quasi sempre in chiave elettro-acustica riuscendo magistralmente a coniugare il folk partenopeo con sonorità USA, in particolare con alcuni stilemi blues. Tra citazioni di Pirandello (“Stato confusionale” che da anche il titolo all’intero lavoro) e momenti malinconici (“’Onna Carmela”) il disco scorre con molta semplicità e altrettanta profondità. La semplicità è data dal piglio pop-folk della musica, la profondità da testi sempre penetranti e centrati su importanti questioni sociali ed esistenziali, a partire dalla title-track incentrata sulla condizione di chi può perdere la lucidità, passando per la precarietà e le difficoltà economiche “Mille lire” e sulla solitudine degli anziani “Nun me guardà accussì”. Un lavoro profondo e accattivante che li proietta in un futuro roseo.
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autore: Vittorio Lannutti