È andata così: Mike Watt passa un loro pezzo sul podcast “The Watt From Pedro Show”, poi ci prende gusto e li programma di nuovo. Amore a primo ascolto, si direbbe, inevitabile che i loro destini si dovranno incrociare prima o poi e non solo all’interno di un podcast. E infatti… I contatti si fanno sempre più fitti, fino alla registrazione di “We need time”, nel quale l’ex Minutemen si mette a salmodiare sul tempo che scappa via nemmeno fosse Seneca. E lì sotto i Cartavetro a metterci la loro musica quasi jazzata se non fosse per il caos organizzato da chitarra, basso e batteria, e che comunque non sfigurerebbe in un bianco e nero girato da Jim Jarmusch. Il tutto inserito all’interno di un Ep, edito dalla marchigiana Anomolo, che non per niente prende il titolo di “We need time”. Il resto è ispirato e sporco, tra Pavement, Fugazi e Pixies. Rock (noise?) chitarristico, che non rinuncia alle sperimentazioni e a un pizzico di psichedelia (ascoltare la conclusiva “My hungry self” per credere), mentre “To care” è addirittura orecchiabile (a patto che un’affermazione simile non finisce per suonare come un insulto…) e “Old lovers” sembra suonata da Johnny Marr sotto acido. Suono potente e ipnotico (da scaricare gratuitamente sul sito web di Anomolo) che preannuncia un futuro interessante, forse ancora con la complicità di Mike Watt.
Autore: Giuseppe Catani