Ascoltando “In The Belly Of The Brazen Bull” dei Cribs mi sembra di tornare indietro di dieci anni circa, nel pieno del revival post-punk/rock’n’roll/garage che iniziava ad imperversare nei primissimi anni zero.
La band iniziò la sua cavalcata nel 2004 con l’album omonimo, per proseguire sulla scia di quel successo assicurandosi addirittura le prestazioni dell’ex Smiths Johnny Marr, che lascerà la band prima di registrare questo nuovo disco.
Il lavoro prende forma tra Londra, New York e Chicago, riconsegnandoci una band in forma, tra rotondità rock a media fedeltà (non si può parlare propriamente di lo-fi, ma nemmeno di produzione iperlaccata), una spiccata propensione alle melodie con un leggero retrogusto garage tale da rendere il tutto leggermente più sporco.
Niente di memorabile in una scaletta che infila quattordici brani pop rock godibili e che non hanno nessuna pretesa di avanguardia.
Sufficientemente piacevole per promuoverlo con qualche riserva, soprattutto per quanto riguarda la durata, quarantasette minuti, che rischia alla lunga di stancare. Un minutaggio ridotto avrebbe giovato ad un lavoro sicuramente godibile per quanto già sentito milioni di volte nell’ultima decade.
Autore: Enrico Amendola