In libera uscita solista dai suoi Guignol, Pier Adduce pubblica questo disco nel quale in buona parte si intravede continuità col repertorio del suo gruppo, e tuttavia in alcuni brani La Bottiglia Blu suona meno teatrale e spigoloso, con un taglio maggiormente cantautorale, intimo ed una certa idea di provare soluzioni d’arrangiamento diverse.
Il disco contiene nove brani, tra i quali ci ha impressionato quello omonimo, in effetti molto Guignol con quell’incedere misterioso, notturno e sibillino, toni che ritroviamo anche nella coinvolgente ‘Non per Amore‘; un contraltare stilistico emerge invece nelle nostalgiche e malinconiche ‘Se ci Manchiamo‘, ‘Carta Moschicida’ e ‘Fino in Cima‘, che fanno pieno centro con un approccio poetico decadente, quieto, descrittivo, realistico, meno rock.
La chitarra elettrica intanto la fa da padrona, ma il contributo degli archi, e le voci femminili in taluni passaggi, convincono e danno valore al disco nel suo complesso.
Pier Adduce è artista da sempre sospeso tra un’America laterale, notturna, blues, tra Bukowski, Waits e Fante, ed un’indolente ma sempre imprevedibile e profondamente umana Italia di provincia, che emerge prepotente ad esempio negli amici di ‘Se ci Manchiamo’. In queste canzoni racconta di sè, ma in qualche misura riesce ad intercettare discorsi e stati d’animo collettivi, toccanti, facendo centro.
autore: Fausto Turi