Erano gli headliner delle due serate del Neapolis, ma evidentemente avevano in mente qualcos’altro per connotare in modo ancor più speciale l’edizione 2003 del Neapolis. MICHAEL STIPE e MIKE MILLS (ma non Peter Buck) hanno pensato bene di fare una visita al main stage la sera del 25, là dove quella che è sicuramente una delle principali muse ispiratrici del loro sound, “l’evergreen” PATTI SMITH, stava chiudendo uno show già di altissimo livello. Ricambiando peraltro la capatina che la stessa impareggiabile “sacerdotessa” del rock aveva fatto la sera prima sul main stage, calcato in quel frangente dai tre di Athens.
Già, difficilmente le cose sarebbero potute andare meglio al Neapolis 2003. Due palchi, tanta musica, la cornice stupenda dell’area Ovest dell’ex Italsider e un folto pubblico. Il Freak Out Stage ha avuto il suo bel da fare in ambedue i giorni, ma il compito è stato eseguito in maniera più che egregia, ovviamente dagli artisti reclutati, che qui si vogliono ringraziare: da PROTEUS 911 e RED APPLE FALLS, band vincitrici di Destinazione Neapolis (che hanno aperto il programma di ciascuno dei due giorni), ai BENZINA, “detentori” dell’edizione 2002 di tale concorso, dal rock “gentile” di PERTURBAZIONE alle suggestioni dei GIARDINI DI MIRO’, dal velluto elettronico dei LALI PUNA ai graffi furiosi dei BELLINI, fino alla mite malinconia degli YUPPIE FLU.
E’ stato il calar del sole a far scoccare ogni sera il momento del main stage, quello del grande pubblico, tutto lì assiepato ad aspettare i R.E.M. (la prima sera) PATTI SMITH (la seconda). E nell’attesa, un sub-cartellone di ottima fattura: ancora yankee il 24, con FEEDER e SPARKLEHORSE, tutto italiano e al femminile il 25, con PAOLA TURCI e CARMEN CONSOLI.
Resoconto? Positivo, sicuramente, anche al di là dei concerti. Ottima accoglienza, servizi, DJ a dispensare musica tanto tra un set e l’altro che a main stage chiuso. L’unico rammarico può essere individuato nel fatto che lo spazio messo a disposizione dal Comune di Napoli al Neapolis (e, in parte, dall’organizzazione di questo al Freak Out Stage), eccezionalmente grande, avrebbe meritato un pubblico ancor più numeroso. La musica, a Napoli, d’estate, c’è e si vede, il pubblico pure c’è, ma spesso non si vede – o si vede comunque meno di quanto si faccia per accontentarlo. Arrivederci al 2004 per l’ottava edizione (quando si spera che Freak Out possa ripetere, e magari migliorare, la sua brillante collaborazione di questi giorni), nutrendo – noi che amiamo la buona musica e le arene affollate e rumorose: voi da che parte state? – la realistica speranza di un pubblico ancor più numeroso…
Autore: