Proprio così. KRIST NOVOSELIC, il lungagnone che suonava il basso quasi all’altezza delle ginocchia insieme a Kurt Cobain e Dave Grohl dieci e passa anni fa, ha letteralmente “appeso lo strumento al chiodo” (tanto per usare una metafora calcistica). Quando si arriva, giovani e dopo tanto successo, a una decisione del genere, o ti sei montato la testa e ti interessa solo vendere milioni di dischi, o non ne puoi proprio più dalla delusione e dalla frustrazione. Sembra essere quest’ultimo il caso di Krist, travolto dall’apatia generale che ha circondato il suo ultimo progetto, la alt-country band EYES ADRIFT che formò a fine 2001 con Curt Kirkwood, chitarrista dei Meat Puppets, e Bud Gaugh, batterista dei Sublime.
“Ho smesso” ha detto Krist sul website ufficiale della band, “non ce la faccio. Non riesco a leggere i giornali, ascoltare la radio o guardare musica in tv senza sentiermi come un extraterrestre. Non sono nel mio, e forse non ci sono mai stato”. La frustrazione di Novoselic nasce dall’esser erimasto con l’etichetta di artista hard rock appiccicata addosso fin dai tempi dei Nirvana, oltre che dal recente disinteresse ricevuto dall’industria discografica. Nonostante molte label fossero inizialmente interessate negli Eyes Adrift, tutte gli hanno voltato faccia all’atto dell’ascolto del progetto, perlopiù acustico e privo degli scossoni che forse i discografici aspettavano per fare un affare. Il risultato è stato l’uscita dell’album per un’etichetta indipendente, e la pronta caduta nel dimenticatoio, con circa 20mila copie vendute e show con scarso pubblico. Anche il suo progetto predecessore, i bizzarri Sweet 75, del 1997, non ebbe maggior fortuna. “Il mio cruccio è che ogni band di cui ho fatto parte per un motivo o per l’altro è andata a finire male”.
Con i Nirvana Novoselic ebbe la sua giusta fetta di successo, e quando la band cessò di esistere Novoselic scelse di concentrarsi innanzitutto alla politica di Seattle, con solo qualche incursione nella musica. Quando decise di rientrare nel music business, con un buon conto in banca alle spalle e scevro da preoccupazioni di successo commerciale, decise di ignorare il mainstream, perdendo forse qualche buona chance e cogliendone altre che, come si è visto, non hanno pagato. Gli Sweet 75 nacquero nel 1995, pubblicarono il debut album omonimo e fecero qualche show; progettarono di riunirsi nel 2000 dopo che Novoselic aveva lavorato con Jello Biafra e Kim Thayil (ex chitarrista dei Soundgarden) per il No WTO Combo, progetto volutamente a termine per protestare contro la conferenza del WTO a Seattle nel 1999. Le differenze musicali decretarono la fine degli Sweet 75, mentre per gli eyes Adrift nessuno era preparato ad ascoltare country-rock da uno che pochi anni addietro aveva inscenato una delle band, tra quelle più mainstream, più rumorose in circolazione.
Dave Grohl invece, come abbiamo visto, è riuscito a guadagnare con i Foo Fighters quel successo che a Novoselic è mancato, anche se va sottolineato come Grohl abbia fortemente cercato una certa popolarità mainstream, sfruttando quelle stesse dinamiche che i Nirvana avevano con successo adottato. Novoselic non ha rancori verso il successo del suo ex bandmate, ma è frustrato dal modo in cui molte nuove band forgiano il proprio sound secondo ciò che va di moda, così come molte label confondono ciò che è buono con ciò che è vendibile: “c’è arte e c’è commercio. Molto di quello che si vede è davvero forzato, innaturale. La gente vede qualcosa e ci salta subito sopra, è una specie di Armageddon”.
Per il futuro Novoselic progetta di tornare a concentrare i suoi sforzi sulla politica per continuare a promuovere quelle che lui chiama “integrazione, equità e libertà”. Spera inoltre di tornare a suonare qualcosa con Kirkwood e Gaugh, ma non sa se tornerà mai a fare un disco.
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