Gli eroi moderni della fusion si accingono a pubblicare un nuovo album, il 8 Agosto sulla ecletticissima Fat Cat (negli States su Bubblecore) intitolato “Many In High Places Are Not Well”. Gli HiM (da scriversi tassativamente con quest’alternanza maiuscolo-muniscolo per non confonderli con i glam-metallers finlandesi HIM, che sta per Her Infernal majesty) sono un collettivo che nel corso degli anni ha saputo attraversare i territori di parecchi generi (dal jazz al rock nelle loro infinite sfumature) guidato da Doug Scharin, ex batterista per Codeine e June of 44 tra gli altri. Attorno alla brillantezza percussiva di Scharin hanno orbitato in questi anni parecchi ottimi musicisti della scena post-rock e avant-jazz di Chicago, secondo la dinamica dell’open collective. Per questo disco si sono affiancati a Scharin, oltre ai suoi abituali collaboratori, Kristin Valtysdottir degli islandesi Mum (guest vocals) e Christian Daustreme (The Letter E, The Screw) ai suoni, senza dimenticare l’assistenza tecnica supplementare prestatagli da Rob Mazurek (Chicago Underground Duo, Isotope 217), Abdou M’boup (suonatore senegalese di kora per Randy Weston, Tom Tom Club), Joe Goldring (Swans, Out in Worship) e Adam Pierce (Mice Parade).
Gli HiM, come anticipato, non sono proprio dei novellini. A parte il fatto che “Many In High Places Are Not Well” è già il loro sesto disco (il primo dopo l’ottimo “New Features” del 2001), va detto che Scharin ha già all’attivo una serie di progetti esplorativi del dub, qualcosa che richiama alla mente il “Bush of Ghosts” di Eno & Byrne, i soundscapes di Laswell e Wobble, e le “onnipotenze” fusion di inizio anni 70 di Miles Davis. Scharin aveva quasi già pubblicato l’album in questione con diversi titoli in lizza – tra questi “Seen”, “Theme” e “The Remarkable Hats” – ma alla fine Scharin ha finito per aspettare. Questa la tracklist: ‘Elementals’, ‘Many In High Places’, ‘Slow Slow Slow’, ‘The Way The Trees Are’, ‘Perspective From A Slow Spin’, ‘Elope and Secede’, ‘Coming Of Age’.
Tale tipologia di suoni, come si può già intendere, si presta molto al trattamento del remix, ed infatti Scharin ha già lanciato il Volume 1 di una “HiM Remix Series”, che annovera diverse versioni “alchemizzate” da artisti giapponesi come Nobukazu Takemura, Susumu Yokota e Ultra Living. In cantiere sono lavori analoghi da parte di artisti NordAmericani ed Europei, in modo da comporre un remix-set mondiale in tre parti.
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