L’album del defunto musicista in lavorazione da due anni e ancora non uscito (utlima previsione pre-decesso: inizio 2004) potrebbe vedere la luce su un’etichetta diversa dalla DreamWorks (la label per cui erano usciti i due precedenti album “XO” e “Figure 8”, che, se proprio non l’avevano fatto conoscere a un vasto pubblico, gli avevano di sicuro spalancato le porte del consenso della critica), secondo quanto emerso dai commenti di una tributo effettuato nell’ambito della trasmissione radiofonica “New Ground”. Il conduttore Chris Douridas ha “assemblato” la trasmissione con le interviste fatte agli Slim Moon (band su Kill Rock Stars), a Margaret Mittleman (amica ed ex-manager di Smith), ai produttori Tom Rothrock e Rob Schnapf, Lenny Waronker – boss DreamWorks – Luke Wood, ufficio stampa di Smith.
A proposito dell’ultimo album, intitolato “From A Basement On The Hill”, Wood ha detto che Smith aveva fors’anche più di 30 canzoni in lizza per entrare nella tracklist. “Penso che ci siano abbastanza cose su quel disco che i familiari di Smith siano in grado di portare a termine” ha detto Wood. “Dovranno essere loro a decidere quando pubblicarlo, perché quel disco era a tutti gli effetti il suo disco – la DreamWorks lo aveva lasciato nella sua disponibilità, e avrebbe dovuto uscire su una indie label di sua scelta, scelta che ora ricadrà sui familiari. Quindi, speriamo, ascolteremo il risultato finale l’anno prossimo”.
Nell’intervista Wood ha manifestato anche sorpresa per quello che sembra essere stato un suicidio: “In qualità di uno che gli è stato vicino negli ultimi mesi, posso dire che mi sembrava “pulito”, equilibrato, concentrato su un obiettivo… credo che si fosse già messo alle spalle i giorni peggiori, e che l’uscita del disco fosse un’ottima motivazione per andare avanti, giorno dopo giorno, anziché, com’è accaduto, farla finita”. Wood ha inoltre confermato che il lavoro di Smith al disco era finalizzato alla realizzazione di un album doppio che coniugasse la spiccata intimità delle prime registrazioni domestiche e le ambiziose, stratificate produzioni degi citati ultimi due album: “un sincero sommario di tutti i suoi dischi”, come Wood ha detto e come lo stesso Smith ha impostato il lavoro.
I produttori Rob Schnapf e Tom Rothrock hanno ricordato l’energia creativa di Smith e l’atmosfera gioviale che talvolta aleggiava in studio. “Smith non era affatto una persona miserevole, spesso ci siamo divertiti molto nel lavorare ai dischi che ha realizzato. Ad esempio per buona parte del tempo impiegato per registrare “XO” avevamo delle parrucche in testa, non eravamo shoegazers tutto il tempo… è stato divertente, e veramente appagante”. Rothrock ha invece snocciolato alcune storie sulle sessions di registrazione di “Figure 8”, e un’inedito strumentale di quelle sessions, la beatlesiana ‘Tiny Time Machine’.
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