Verrebbe quasi da dire “si porta”, ma in realtà Scott Herren non è che si sia mai sforzato di piacere a qualcuno. Semplicemente i suoi album glitch-hop sono qualcosa di decisamente innovativo e interessante nel panorama indie, roba da far drizzare le antenne anche a quelli più rock-oriented. Le voci – anche quelle delle reviews – girano, e il gioco è fatto. Sono cosa recente l’album “One Word Extinguisher” e il successivo alias di B-side e outtakes “Extinguished”, entrambi su Warp, entrambi a nome Prefuse 73. Adesso Herren è pronto a ripresentarsi sotto un’altra veste. Altro nome – SAVATH & SAVALAS – e tutt’altra materia: folk abbastanza esplicito e molto cantato. E non in inglese, ma in catalano e castigliano. Ossia spagnolo, e ci può anche stare. Ma il catalano, come cacchio gli viene?!?!
In uscita il 26 Gennaio su Warp, il disco – intitolato “Apropàt”, 14 brani – è stato concepito e registrato negli ultimi 18 mesi a Barcellona (la nuova residenza di Herren), ed è il frutto della sua collaborazione con la carneade cantautrice Eva Puyuelo Muns. “Da Milton Nascimento e Maricio Lo Borges passando per Paco Ibañez e Música Dispersa” dicono alla Warp, “la storia di due persone che trovano se stesse, e ognuna l’altra, è Apropát”. Cerchiamo di capirci qualcosa di più. Registrato a casa, l’album gira intorno alle sue influenze di marca Tropicalia, con una strumentazione che include chitarra classica, harmonium, concertina, basso sesto, guitarron (come tradurlo) e arpe.
A inizio anno Heren ha quindi portato lo scheletro di queste composizioni ai Soma studios di Chicago (proprietà Tortoise) per missare le tracce con – indovina chi? – John McEntire. Altri credits: Johnny Herndon alle percussioni, Josh Abrams dei Town & Country al basso, Azita Youssefi alla voce e Paul Mertens (che ha anche lavorato con Brian Wilson) e Dave Max Crawford dei Sea and Cake ai corni.
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