Uscirà il 6 Settembre il primo disco su Astralwerks del combo dance-punk di Brooklyn, che non pare per nulla agitato dal “trasloco” da indie a major (“ci sono bands su Astralwerks ben più pazze di noi”, ha fatto sapere il cantante-bassista Anthony Roman). “Stealing of a Nation”, così come si intitola l’album, avrebbe dovuto richiedere un mese di lavoro per le registrazioni, ma il processo si è stiracchiato a tre, di mesi, e ha visto tutti e 5 i componenti smazzarsi 7 giorni a settimana col produttore Max Heyes (Doves, Primal Scream). Quanto alla location, ben 7 studios tra Manhattan, Brooklyn e Long Island sono stati utilizzati.
L’attenzione ai dettagli sembra aver pagato, e bene. “Gotham!”, datato 2002, evidenziava una pesante dipendenza da Gang Of Four, mentre il nuovo album “è abbastanza diverso, dal puinto di vista della struttura e dei suoni”, come dichiara il tastierista Gerard Garone. “Volevamo fare un album più dance e song-oriented” dice invece Anthony Roman, “le linee vocali sono migliori e più melodiche; per il resto c’è un po’ meno spasmodicità e iperattività”.
Se il sound quindi sembra attraversare un processo di maturazione, l’iconografia lirica sembra invece battere sempre molto sulla “politica” del punk: “sentiamo che, così come vanno le cose nel mondo oggi, in questo preciso momento storico, la gente debba parlare, esprimersi, dire la sua. Non è questo il tempo dell’apatia e del silenzio” suggerisce Roman. “La politica nasce dalla gente, e se sei creativo, non c’è altro mezzo per l’espressione” gli fa eco Garone.
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