Dopo un decennio di separazione gli American Music Club sono di nuovo nella partita, con un nuovo album, 13 canzoni, intitolato “Love Songs for Patriots” e in uscita l’11 Ottobre su merge. Si tratta, come anticipato, del primo studio album dopo “San Francisco” del 1994, e alle registrazioni hanno partecipato tutti i componenti originari. L’album si avvarrà di un tour promozionale del NordAmerica tra Settembre e Ottobre.
“Su alcune di queste canzoni stavo girando intorno da tempo” ha detto il frontman Mark Eitzel. “Canzoni come ‘Ladies and Gentlemen’, ‘Patriot’s Heart’ e ‘Job To Do’ le avevo già scritte per un album che avevo intenzione di fare a Chicago con Jay Bennett dei Wilco. Ma ora penso che quelle versioni originarie non vedranno mai la luce, anche se continuo a ritenere che siano buone. Non voglio che si confondano con ciò che gli American Music Club stanno facendo ora”. Intanto il brano ‘Another Morning’ è disponibile in free download sul website della band, mentre spicca, come tematica affrontata, ‘Song of the Rats Leaving the Sinking Ship’, un attacco al presidente Bush, canzone che Eitzel descrive come “una canzone per l’inaugurazione presidenziale del 2005”.
Quanto all’ingresso degli AMC nel roster della Merge, Eitzel aggiunge che “l’accordo con la Merge è come un sogno che si avvera. Mi sorprende che loro l’abbiano voluto, e ne sono felice. C’era un certo interesse da parte di altre etichette, e in alcuni casi anche un gruzzolo di soldi in più, ma ho pensato che Mac McCaughan (proprietario dell’etichetta e, come è noto, fondatore e componente attuale dei Superchunk) è un musicista, quindi può capire un po’ meglio le nostre esigenze. E poi è stato nella band per un po’ di tempo… nel senso, per dire, che era al nostro primo concerto di sempre, a Chapel Hill, North Carolina, in prima fila… beh, del resto c’erano altre 20 persone in sala, tutti in prima fila”.
A proposito invece dell’argomento-reunion, Eitzel borbotta che “se chiedete a chiunque nella band, vi dirà che ne è responsabile. Penso però che l’origine della cosa vada ricercata in un paio di anni, quando mi recai a Los Angeles per vedere il chitarrista Vudi e sapere se era incontrare a ridare vita al progetto. Oltretutto Tim Mooney, il batterista, ha uno studio di registrazione, quindi potevamo lavorare con un budget anche virtualmente inesistente”.
“Ognuno è leggermente ingrassato” aggiunge Eitzel a proposito dei cambiamenti ocvcorsi in 10 anni, “ma l’unica grande differenza, e a volte può rappresentare un ostacolo, è che non viviamo più nella stessa città, e che quindi non possiamo provare tutti i giorni. E la cosa singolare degli American Music Club era che solevamo provare ogni singolo giorno. Ma faremo comunque delle prove adeguate prima che tour cominci”.
Per finire, “quando ci siamo sciolti (Gennaio 1995), la cosa non aveva niente a che vedere con i soldi. Non ci eravamo mai messi d’accordo su nulla, ma avevamo, per questo, anche sentimenti negativi l’uno verso l’altro. Ovviamente sapevo che la gente se lo sarebbe aspettato. Ero solito dire che lo scioglimento fosse colpa mia, ma penso che, ora che siamo di nuovo insieme, la cosa non abbia più importanza…”
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