Il mito del cinema erotico è morto sabato scorso nella sua casa di Hollywood all’età di 82 anni. La notizia della scomparsa è stata resa nota da Janice Cowart, portavoce della RM Films International Inc., la compagnia produttrice creata dallo stesso Meyer. L’autore di “Lorna”, “Faster, Pussycat! Kill! Kill!” e “Vixen”, ormai classici film del filone pornografico soft-core, soffriva da tempo di demenza senile ed è deceduto per le complicazioni di una polmonite. Pioniere del genere pornografico, è stato amato da circoli di femministe e hippies e lodato da esponenti della Beat Generation.
Russ Meyer ha sempre lavorato con bassi, bassissimi budget. Ha prodotto, diretto, finanziato e scritto 23 film del cosiddetto “cinema di serie Z”, basato su storie torbide, tra splatter e horror, porno e trash. La figura di Meyer spicca in questo panorama bizzarro, tanto da fare di lui un maestro del genere, un’icona della cinematografia libertaria internazionale degli anni 60 e dei primi 70, con titoli come “Motorpsycho!”, “I Sette Minuti Che Contano”, “Carne Cruda”, “Erotica”, “Mondo Topless”, “Supervixens”, oltre a quelli già citati.
Nato a Oakland il 21 Marzo 1922, RM (così come il regista chiamava se stesso) rivelò molto presto il suo talento cinematografico. Aveva 15 anni quando vinse un premio per cineasti dilettanti. Nel 1942 entrò nell’esercito e passò buona parte della Seconda Guerra Mondiale filmando le battaglie in Europa, accrescendo il suo talento. Dopo la guerra, diventò fotografo professionista realizzando nel 1955 il primo reportage di nudo apparso sulle pagine centrali di Playboy. Quella modella, Eve (Miss Giugno 1955), diventò subito dopo sua moglie. Nel 1959 debuttò nel cinema con “The Immoral Mr. Teas”, considerato il primo autentico film porno americano, in cui si ravvisa quello che sarà il suo stile unico. I suoi film sono selvaggi, surreali, sexy-visionari e soprattutto divertenti. Meyer ha prediletto le attrici con i più grossi seni possibili. Il suo amore per le “tettone” (come amava chiamarle e come poi sono passate alle cronache), le smisurate maggiorate dei suoi film, è alla base di tutta la sua prolifica carriera cinematografica. A differenza delle opere degli altri registi del filone, i suoi film sono realizzati con tecnica e inventiva, a partire dalla scelta dei colori “cartoonistici” fino alle angolazioni di ripresa e al montaggio serrato.
I suoi film a basso costo ebbero grande successo al botteghino, considerate anche le (infime) spese per realizzarli. Fu così che nel 1970 Meyer fu contattato dalla 20th Century Fox per studiare alcuni progetti. Il primo fu “Beyond the Valley of the Dolls”, un sequel satirico de “La Valle delle Bambole”. E la versione erotica del film, guarda un po’, divenne in breve tempo più popolare dell’originale… R.I.P. RM
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