Ancora in prima pagina la guerra tra le major discografiche e gli “scambisti” di file musicali. Stavolta il bersaglio è KaZaA, o meglio Sharman Networks, la società australiana dietro il celebre programma di file-sharing, mentre i “cecchini” sono Sony BMG, Warner, Universal e EMI, e forse pure qualcun’altra, ad ogni modo un buon tot per cento del mercato musicale. La citazione in giudizio è arrivata alla corte federale australiana, il motivo dovreste saperlo già: “copyright infringement”, violazione delle norme australiane “del buon commercio” per “nuocere direttamente all’industria musicale”.
Sotto specifico esame dovrebbe esserci proprio il codice di programmazione: la “parte lesa” intende infatti provare che KaZaA può disciplinare il file-sharing illegale mediante il software stesso, laddove alla Sharman sostengono che il software, così com’è, non è diretto allo scopo citato sopra tra virgolette, e che l’abuso deriva solo ed esclusivamente dal comportamento degli utilizzatori (già perseguiti, in parte per altre vicende nei mesi scorsi). La sentenza dovrebbe comunque cadere nei primi mesi del 2005.
Se gli accusatori vincono la causa, è molto probabile che KazaA faccia la fine del fu Napster, oltre ai miliardi di danni che la Sharman dovrebbe pagare alle major. Secondo altri KaZaa potrebbe finire per diventare un regolare servizio a pagamento, con solito beneficio per le major, a cui la Sharman verserebbe un bel po’ di dolari nelle relative casse. Il che, con 3 milioni di “swaps” al mese, è decisamente una bella sommetta…
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