A un anno di distanza dal disco più “accessibile” di Ulan Bator, AMAURY CAMBUZAT, in combutta con Yuppie Flu e Giardini di Mirò, ritorna con un album che è un “ritorno al passato” e ai suoni che hanno contraddistinto il sound di questa band. Il tutto registrato rigorosamente in analogico. Il disco si intitiola “Rodeo Massacre” ed è in uscita il 14 gennaio su Jestrai, con distribuzione Venus.
Lasciamo alle parole del diretto interessato la descrizione di questo nuovo episodio discografico della band ormai saldamente imperniata sull’estro di Cambuzat – sempre più di frequente di stanza in Italia – dopo la dipartita del bassista Olivier Manchion: “Questo disco è nato ai bordi del lago Trasimeno, dove ci siamo chiusi per una settimana nell’estate del 2004. Dopo questa esperienza di ‘isolamento compositivo’, ispirati dalla natura che ci circondava e dalle nostre ultime esperienze, siamo partiti alla volta di Bologna, per registrare le nostre idee nello studio Alpha Dept. di Giacomo Fiorenza (Yuppie Flu) e Francesco Donadello (Giardini di Mirò). Abbiamo deciso di produrre artisticamente da soli il disco perchè ci piaceva l’idea di dare al nostro lavoro il sound che ci caratterizza dal vivo da oltre 10 anni. Per la registrazione e il mixaggio ci siamo affidati al gusto e all’esperienza di Giacomo che è stato supportato dal prezioso aiuto di Francesco.
Musicalmente possiamo definire ‘Rodeo Massacre’ un ‘come-back’ ad atmosfere più vicine ai primi dischi, con testi più diretti che riflettono l’epoca in cui ci troviamo, la nostra entrata ‘nell’era dell’acquario’, la confusione tra razze e religione, il caos politico, la comunicazione difficile nonostante i mezzi moderni di cui disponiamo… Abbiamo liberato la mente per condensare tutta la nostra energia esplosiva cercando di riuscire a comunicarla con lo stile Ulan Bator… Per riscoprire le nostre radici infatti siamo tornati ad essere un ‘trio’, non rinunciando per questo al carisma di un artista come Emidio Clementi che in ‘La Femme Cannibale’ duetta perfettamente con me. Con ‘Rodeo Massacre’ chiudiamo il nostro decennio di attività, di lotta, di esperienze, di musica e sogni… L’avventura continua…”
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