Cinzia La Fauci che ha l’onore di anticipare, con questo comunicato ideologico, l’uscita de “Lo Zecchino d’Oro dell’Underground” (l’uscita ufficiale è fissata in un giorno felice compreso tra Marzo e Aprile 2005). Con parole, le seguenti, che ci guardiamo bene dal modificare per evitare di distorcere un messaggio complesso e, chissà, già abbastanza distorto (:-)
“Il mondo (quello “ufficiale”, con le scarpe in pelle umana) potrebbe guardare a Snowdonia come ad una comunità di persone in sandali di plastica, modello Upim old style, insomma noi siamo stati sempre quelli “strani”, quelli che fanno musica difficile, sperimentale, per pochi intimi. Beh, siamo un pò stufi di queste barriere culturali e di queste dialettiche ammuffite.
Cosa c’entra l’infanzia? E’ da qualche tempo che ci troviamo di fronte a una domanda inquietante: come stiamo allevando le nuove generazioni? La risposta è semplice e, nello stesso tempo, assai amara: le stiamo allevando malissimo. Riteniamo che una cultura di guerra possa far facilmente presa su individui abituati a non pensare, a non farsi domande, a prendere per buono tutto quello che viene dalla televisione. Forse può apparire come una provocazione estrema ma il nostro punto di vista è questo: può una generazione che non vedrà mai in tv (se non alle 3 del mattino) un film di Pasolini, Emmer, Godard, Truffaut, Comencini, allargare i propri orizzonti? Potrà vedere al di là di un cupo (scintillante) scenario fatto di facili consumi e risposte precotte? Può una generazione che ignora la musica di De Andrè, Robert Wyatt, Ciampi, Lou Reed battersi in futuro contro la follia di qualche tizio che dice che bisogna sterminare una popolazione per assicurare la pace in casa a qualche altra popolazione?
Da una parte si spara, si uccide, si bombarda e dall’altra si tenta di nascondere il tutto con una cultura asettica, lontana anni luce dal mondo reale: quiz, giochini, corpi nudi (senza neppure la parvenza di un’autentica liberazione sessuale), fiction idiote (e revisioniste) che danno un’idea della vita sterile e schematica. Si spara ai corpi e si spara alle menti soprattutto. E’ in quest’ottica, semplicemente per dare un segnale di vita, che è in uscita una compilation che coinvolge molti bambini, li rende protagonisti in un gioco chiamato “musica”: per noi, come per gli anglosassoni in “to play”, giocare e suonare sono la stessa parola. Abbiamo chiesto ai nostri amici rockettari (rock e dintorni) di comporre una canzone e cantarla insieme ad un bambino/a.
Oltre al CD della canzone, ci saranno nel libretto la foto del bambino/a che ha partecipato al brano e un temino sviluppato di suo pugno (niente trucchi) dal titolo “che cosa è per me la musica e cosa penso di questa esperienza come cantante”. Proprio i bambini saranno i protagonisti di questo lavoro e pensiamo che sia una cosa molto bella da ricordare da adulti. Ci sembra un bel ponte gettato ad una generazione che sta crescendo tra cellulari che fanno anche il cappuccino, le cui suonerie sembrano essere l’unica colonna sonora della nostra vita.
Speriamo di aver dato una piccola occasione a queste future donne e futuri uomini per capire che si possono fare nella vita cose belle, dolci, stimolanti, creative, divertenti. Scattare foto in bassa risoluzione con un telefono non è poi tutto questo spasso. Suonare è meglio che tirare bombe, cantare è meglio che indovinare quanti fagioli ci sono in un barattolo, fare della propria vita un messaggio di gioia, creando qualcosa con gli altri è meglio che sperare, come massima ambizione, di stare in una casa a farsi inquadrare anche al cesso, pur di essere famosi.
Verità ovvie? Non sappiamo. Partecipanti: ROSOLINA MAR, MARLENE KUNTZ, BLESSED CHILD OPERA, AIDORU, ES, Hello Daylight, Eh300244a, MAISIE, MARIPOSA, Amari, Land, Taxi So Far, Toychestra (dalla California, si tratta dell’unica band non italiana), St. Ferdinand, Masoko”.
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