Sempre uguale e coerente il gruppo newyorkese; dopo quasi tre decadi continua a non sbagliare un colpo continuando inesorabile per la sua strada fatta di noise e di suoni abrasivi ed urticanti. Lasciata la Geffen, i Sonic Youth, che in questo disco sono tornati ad essere in cinque, con l’innesto dell’ex chitarrista dei Pavement, Mark Ibold, già nel gruppo dalla tournèe di “Rather ripped”. Con “The eternal” hanno ripreso a contenere le proprie canzoni ed in certi casi hanno virato verso un pop-punk-rock’n’roll che è nel loro dna, questo aspetto emerge nella frizzante “Thunderclap for Bobby Pyn” e nell’incedere frenetico e condensato di “Sacred trickster”. Come è noto la coppia Moore-Ranaldo ci ha abituato alle tante variazioni e sonorità che si possono ottenere con la sei corde, così non si risparmiano in dilatazioni che ricordano il periodo di “A thousand leaves” in “Antenna” o nella vibrante “Message the hisotry”, nella quale la Gordon canta in modo soffuso dopo una lunga cavalcata di chitarra. Non mancano tonalità epico-noise (“Walkin’ blue”) e ovviamente molti pezzi sono infarciti dell’essenziale noise, che spesso si scontra con le asprezze punk di “Calming the snake”. Ci sarà poco di nuovo in questo disco, ma la cosa bella è che restano un’esaltante certezza.
Autore: Vittorio Lannutti