A due anni da “Harder & Harder”, l’album che li aveva consacrati come una delle più eccitanti formazioni venute fuori dell’effervescente calderone di Detroit, ritornano in pista i Paybacks. Con il loro disco migliore: “Love, Not Reason”. Un album che porta a compimento un percorso artistico iniziato dai solchi di “Knock Loud” (Get Hip, 2002), proseguito con “Harder & Harder” (stessa etichetta, 2004) e che ora trova il suo momento più alto con questa manciata di canzoni ispirate e mature. “Love, Not Reason” è proprio questo: la prova della maturità per il quartetto americano. Un concept-album tutto ispirato al tema dell’amore, come dichiara apertamente il titolo prendendo a prestito una frase del grande romanziere Thomas Mann: “It’s love, not reason, than is stronger than death”. E così il quartetto guidato dalla carismatica cantante/chitarrista/songwriter Wendy Case fissa su nastro le emozioni di una storia d’amore vissuta pericolosamente e finita male: c’è l’altalena dei sentimenti, il sesso, il senso di sconfitta, la nostalgia, il desiderio di buttare tutto per aria e dimenticare. Per raccontarci il tema dell’amore i Paybacks scelgono la loro consueta formula: rock’n’roll ad alto voltaggio, con riff graffianti e l’inconfondibile voce, roca e potente, di Wendy Case. Nascono così brani dal forte impatto quali la fantastica traccia d’apertura “Love Letter”, ma anche le urticanti “Stranger In the House” e “Divided By Two”. Ma la formazione della Motor City dimostra di possedere molte altre frecce al proprio arco e in questo terzo album mette in mostra un’inedita vena melodica. Per esempio nella splendida “Painkiller”, un episodio intriso di soul che poi esplode in un parossismo chitarristico. O nelle trame sonore di “Something Simple”, brano delicato e romantico, o in “Dumb Love”, una dichiarazione d’amore a cuore aperto. Mentre “Call When You’re Ready” e “Bring It Back” nascondono un universo di sentimenti e cuori infranti dietro una ruvida scorza rock’n’roll. Dimostrando così che amore e rock’n’roll sono animati dalla stessa forza motrice: la passione.
Autore: Roberto Calabrò