Maurizio Mangoni, Mirko Bertolucci, Francesco Colzi, Fabio Mazzei sono i componenti di questa band italiana al suo debutto con Il Movimento necessario, anche se il gruppo non è proprio nuovo, cavalcando le scene già dal 2000 nei pub di Prato e dintorni, e avendo partecipato, fra l’altro, anche a due edizioni del Festival per le Etichette Indipendenti.
Si presentano con un cd dalla veste grafica assolutamente accattivante, ispirata al corso delle stagioni, e con un sound non particolarmente originale, ma dal sapore fresco, energico, un pop-rock che non vuole fare concessioni a inutili e sofisticati sperimentalismi, e si basa quindi su un impianto classico di batteria-basso-chitarre e su una voce sicuramente dotata e in grado di interpretare bene.
Si innestano nella scia di band che con queste doti hanno già ottenuto un certo successo presso il grande pubblico (Negramaro style?) producendo lo stesso genere musicale, e bisogna dire che i Muriel non hanno niente di meno di altri nomi già famosi: lo dicono canzoni come Il prezzo della gioia, Sorprese, Ciò che un tempo, Stagioni. Insomma, un discreto repertorio, nel quale si avverte spesso la voglia e la capacità di andare anche oltre, per cercare un prodotto un po’ meno commerciale e più articolato, ma alla fine di sofisticato finiscono per avere soltanto i testi (cronica debolezza delle attuali band nostrane, che prese dalla foga di dire tanto, poi dicono proprio poco e sempre ermeticamente) mentre il sound resta legato alle direttive fondamentali di partenza. Anche se i Muriel, diversamente da molte band che attraversano oggi il successo commerciale, perlomeno sanno suonare gli strumenti e sono musicalmente competenti.
Autore: Francesco Postiglione