Molti già conosceranno Raz, per le sue collaborazioni con alcuni dei mostri sacri dell’elettronica e della techno tedesca tra cui Apparat ed Alexander Kovalski su tutti, con il primo ha anche girato durante il tour di “Walls”, mostrando la sue splendide capacità vocali ed emozionali. Proprio sull’emozionalità forte punta questo disco, fatto di ritmi pacati e soffici, in cui l’artista teutonico mostra il suo lato più intimo e sensibile, pregevoli canzoni d’autore di impronta elettro-pop che toccano le corde più profonde dell’anima (il singolo Kisses su tutte); tra suoni glitch e ritmi semi-caraibici, si snodano sonorità fiabesche, che sono inno perfetto all’arrivo dolce di morfeo. Saggiamente coadiuvato da The Odd Orchestra (aka Oliver Doerell), Raz crea atmosfere sospese tra pop ed avanguardia, dove i suoni eterei la fanno da padrone, creando un universo parallelo dove potersi perdere senza paura.
Questo album omonimo di Ohara è un lavoro pregevole e vagamente sofisticato, fatto di arie leggere e mielose, che corre però il rischio di divenire ripetitivo, a causa della sua costruzione monocorde, senza un sussulto o cambio di direzione nell’ora scarsa d’ascolto. Da segnalare la produzione della Get Physical, etichetta tedesca solitamente avvezza a sonorità techno-minimaliste, che esce dai soliti territori per dare fiducia ad un lavoro di qualità.
Autore: Oscar Cini