Ecco, questo “More time” è il classico disco che prenderei ad esempio per illustrarvi quali ingredienti fondamentali dovrebbe avere un buon disco “nu-jazz” secondo me: ovviamente la cura maniacale in fase di produzione e certo la componente elettronica alla base di beats & loops, ma più di ogni altra cosa trovo determinante a livello qualitativo la presenza di musicisti in carne ed ossa capaci di dispensare grooves solari di contrabbasso/batteria, linee stuzzicanti di piano elettrico e dialoghi be-bop di tromba/trombone/flauto/sassofono. Aggiungete poi una folta schiera di vocalists a ricamare ricche melodie soul ed il gioco è fatto!
Un lavoro raffinato ma per niente snob, ricco di sex-appeal e sempre coinvolgente (ma basterebbe solo l’ascolto di “My body goes down”…), dove ritmiche corroboranti alla Red Snapper (“Brothers”), carezze latine (“You changed my life”) e fluidi passaggi deep-house (“Mad”) si abbracciano tra loro in una perfetta struttura circolare, con epilogo e prologo affidati all’accoppiata “Totonno beat”/“I kill myself” (quest’ultima riproposta nel finale in una versione remix curata da Parov Stelar).
Ecco, questo “More time” è il classico disco che prenderei ad esempio per illustrarvi come anche qui in Italia ci siano ottimi produttori di musica nu-jazz (quella che piace a me!) che nulla hanno da invidiare ai tanti colleghi stranieri, perché sì (lo sapevate vero?), Pilot Jazou non è altro che il napoletano Ugo De Crescenzo alla testa di una squadra che qui comprende tra gli altri Marcel T, Antonio Fusco, Claudio Guida, Odette Di Maio, Blue B, Roberta Malerba e Sean Martin.
Autore: Guido Gambacorta