Scrivere di un gigante come Pops Staples fa sentire piccoli.
Il patriarca della famiglia Staples (Staples Singers of course) è deceduto nel 2000 e Don’t Lose This non è semplicemente il titolo di quest’album ma un imperativo morale più che un suggerimento da lui impartito alla più famosa delle sue figlie, Mavis.
Don’t Lose This, riferito a queste canzoni rimaste finora inedite, mai pubblicate e mai condivise non significava solo ‘non perderle’ quanto piuttosto ‘lascia che vengano ascoltate’ .
Ci sembra di vederlo il vecchio Pops sorridente dal suo letto quando Mavis lo rassicura che così sarà.
E’ stato un bene che questa manciata di canzoni incomplete, incompiute, non ancora arrangiate siano rimaste un segreto gelosamente custodito per più di dieci anni perché per restituirle con tutta la luce e la dignità che il suo autore – allievo di prima mano del leggendario bluesman Charley Patton, amico di Martin Luther King e ancora di Howlin’ Wolf, Muddy Waters, B.B. King e Curtis Mayfield – avrebbe meritato, Mavis ha ben pensato di affidarle al suo amico e collaboratore Jeff Tweedy (Mr. Wilco è un grande estimatore di Staple Singers fin da quando lavorava negli anni ’80 in un negozio di dischi).
In questa operazione lo stesso Jeff poi ha probabilmente ritrovato in qualche misura anche quel ruolo patriarcale, quel feel familiare, assoldando il figlio 18enne alla batteria (già esiste un disco con i due a nome ‘Tweedy’ e quanto fortunato è questo ragazzo ad avere oltre ad un papà che si chiama Jeff Tweedy, una nonna ‘adottiva’ come Mavis Staples?).
Poi si è messo lui stesso al basso, ha aggiunto un po’ di wurlitzer e la voce senza tempo del vecchio Pops con il suo originalissimo guitar-style e le backing vocals delle figlie hanno avuto nuova vita.
Questo ritmico, inossidabile e potente soul-blues anche voi non potete perderlo.
autore: A.Giulio Magliulo