Definito un progetto di sovversione politica, tramutatosi poi in un ricovero psichiatrico, gli Oswald sono in realtà un trio composto da Princesa, Carlo V e da Anfrea Rottin, un progetto che a differenza di tutte le altre produzioni del collettivo Madcap ha un’impostazione che vira più verso il “rock” rispetto agli altri lavori dell’etichetta. Il loro approccio rock’n’roll è una piacevolissima miscela di garage e il math con le sue chitarre geometriche con diverse varianti in chiave blues. Questo mix raggiunge il suo apice in “Sad tale about a robbery” dove la sensazione è che Albini si sia prestato a suonare con i One Dimensional Man, come anche in “Silly girl” leggermente meno quadrata e più sporca, grazie all’introduzione di sonorità che ricordano il garage dei Chrome Cranks ed il ritmo compulsivo dei Cramps. Gli Oswald omaggiano anche blues sia quello delle origini, possibilmente malaticcio (“Both”), sia sfociante nell’harcore (“Leaving song”) o ancora scarno e folk (“In your fishtank”) con cui concludono in maniera eccellente.
Autore: Vittorio Lannutti