Se non si parla che dell’attuale scena post-punk è perché alcune band ad essa associate raccontano bene il nostro tempo. Alcune lo fanno meglio di altre, come i Protomartyr di Detroit che a questo punto del loro percorso dimostrano grande equilibrio tra testa, cuore e pancia in un ambito musicale in cui è facile propendere da una parte o dalle altre. È proprio la consapevolezza del capitano Joe Casey a fare la differenza all’interno di una scena in cui le polemiche iniziano a diventare più grandi della faccenda stessa (ad es. quella di questi giorni tra Fat White Family e Idles) e le luci dei riflettori puntate dritte negli occhi a dare fastidio.
Ultimate Success Today è un buon viatico per spiegare (non so a chi) cosa sia stato il 2020, come il diario personale di un suicida molto lucido, nonché il disco da ascoltare non per piacere ma per necessità di aderire al mood del reale anche con le orecchie.
Il racconto di odierni autoritarismi senza gloria o grandi gesta, in apparenza innocui, inoffensivi e per questo più letali, capaci come sono di insinuarsi nelle nostre routine, nel nostro quotidiano, sottolineati da un mesto clarinetto (in un brano post-punk!, Processed By The Boys), testimonia quanto i Protomartyr non venendo meno all’impegno, anche musicalmente tendano ad evolversi (invitati in questo disco il sassofonista contralto Jemeel Moondoc, il clarinettista Izaak Mills e il violoncellista Fred Lonberg-Holm). E’ ancora Mark E. Smith metro e misura del post-punk contemporaneo, ma si delinea qui una figura rassegnata, senza più voglia di ferire ma solo di descrivere con imbarazzante sincerità. June 21 è il cupo affresco di questa estate (quale?) appena terminata, Michigan Hammers l’ultimo baluardo del post-punk che inanella giri incompiuti con le chitarre che crepitano e bruciano senza mai esplodore, Tranquillizer come degli Sleaford Mods senza l’accento delle Midlands.
Guardando questa fotografia, alla fine si insinua il dubbio che tutto quello che abbiamo vissuto sia stata solo un’ illusione; ancora una volta è necessario morire per rinascere, non c’è altra soluzione, la storia finisce così: “The past is full of dead men. The future is a cruelty”.
autore: A. Giulio Magliulo