Chissà che effetto deve fare che una band, italiana, decida di chiamarsi “il Nazionale” o “la Nazionale”, per non parlare dei problema di copyrght che la seconda dizione comporterebbe (le nostra sfigata rappresentativa calcistica, e quelle negli altri sport – per tacer delle sempre più introvabili ma intramontabili sigarette “low-cost” nostrane). Mi ripeterò fino alla noia, ma di dà quasi su parti intime che gli anglo-americani siano liberi di scegliersi qualunque, ma proprio qualunque moniker.
Forte del supporto critico ricevuto con lo scorso ellepì (“Sad Songs for Dirty Lovers”), il quintetto dell’Ohio può permettersi di ripresentarsi, un anno dopo, col “fratellino minore” del full-length, nuovamente sulla label transalpina Talitres (peraltro in anticipo sulla Brassland, che di “Cherry Tree” cura la pubblicazione oltreoceano). 5 brani inediti a firma The National, più l’intensa versione live di ‘Murder Me Rachel’ (che crescendo, e che scariche!), più un generoso regalo di Padma Newsome dei Clogs, che, non contenta del suo contributo di voce e archi in ‘All Dolled-Up in Straps’, regala, con tanto di duetto con Matt, la struggente ‘I Don’t Mind’.
Ed è anche questo piccolo dettaglio relativo alla pubblicazione a testimoniare, o quanto meno a non smentire, l’inclinazione “europea” dello stile cantautorale di Matt Berninger e della doppia coppia di fratelli Dessner e Devendorf, che peraltro proprio nel vecchio continente (oltremanica e, appunto, oltralpe) riscuotono i maggiori consensi. Eh sì, con quella provenienza lì potevano tranquillamente uscirne – per restare in ambito musicale “poco rumoroso” – dei novelli countrymen (sempre che non fossero finiti sotto le grinfie di un Pollard, tanto per restare in zona); e invece, complice anche il greve timbro vocale di Berninger, ciò che passa il lettore “right now” attraversa i tormentati e (melo)drammatici territori emotivi dei Tindersticks, a meno che non ce la sentiamo di risalire al Re Inchiostro dei più sereni, ma sempre inquieti, giorni recenti. Validissimi, ma l’originalità creativa, oggi, ha ancora un qualche valore?
Autore: Bob Villani