Anticipato da Listen To Your Heart, All This Life è il nuovo album degli Starsailor uscito il 1° settembre via Cooking Vinyl/Edel, prodotto da Richard McNamara, e subito pronto a essere presentato live con l’apparizione nei club (solo inglesi per ora) ad ottobre.
I cinque membri ovvero James Walsh (voce, chitarra), James Stelfox (Basso) e Ben Byrne (batteria) e il tastierista Barry Westhead che si aggiunse in seguito ne hanno fatta di strada da quando si incrociarono come studentelli al Wigan & Leigh Music College.
Subito scritturati dalla EMI per il primo album, con Love Is Here del 2001 raggiunsero la Top 10 single con Alcoholic, e poi il disco raggiunse il secondo posto nella UK Album Charts. Silence Is Easy del 2003, con il produttore Phil Spector, replicò il secondo posto nel Regno Unito e arrivò poi a disco d’oro.
Non uguale fortuna ebbero On The Outside (2005) e All The Plans (2009) che arrivarono “solo” alla Top 40. Nel 2014 arriva: Good Souls: The Greatest Hits, per celebrare i 3 milioni di dischi venduti e i tour a supporto di Rolling Stones, Police, The Killers, e U2, svolti nel corso degli anni.
La vera novità è che questo nuovo disco arriva dopo ben otto anni. Nel frattempo il grande e immediato successo di questa band si è spento, e gli Starsailor devono riconquistare il loro pubblico e anche qualcuno che non li ha seguiti all’epoca. Ci vuole un album energico, brillante, con canzoni smaglianti in pieno stile rock-pop senza troppe pretese quale quello a cui ci hanno sempre abituato.
Ebbene autore: esegue il compito alla perfezione, senza strafare. Inizia con il singolo di lancio Listen To Your Heart, una canzone dirompente e di presa immediata (anche se non stupenda), come dichiara lo stesso James Walsh, frontman della band: “una canzone energica e emozionale. Credo che al punto in cui siamo quello che fai deve essere guidato da emozione e istinto. Se ogni decisione fosse stata solo pratica, concreta, non avremmo fatto niente di quello che abbiamo raggiunto sinora. Non è sempre facile, devi ricordarlo continuamente a te stesso”.
Prosegue con la title track e poi Take a Little Time, due pezzi in pieno stile rock-pop facile, tipico degli Starsailor. Poi, qualche gradita novità, come Caught in the Middle, un pezzo puramente soul, e due ballate melodiche e cupe, come Sunday Best e Blood, che si candidano a essere i pezzi migliori del disco insieme a FIA, altro pezzo lento ma dall’arrangiamento emozionante. Walsh non a caso evidenza che “c’è un buon mix di aspetti della band che la gente conosce e ama, e anche qualche cambiamento di direzione”.
E’ la descrizione perfetta del disco, che si chiude con un pezzo molto rock, Break The Circle, e poi una ballata acustica: segno che gli Starsailor sono tornati ben sapendo cosa il loro pubblico vuole, e la sensazione è proprio che questo disco voglia ammiccare di proposito a chi li aspettava da otto anni o anche a chi li ha dimenticati, dato che i pezzi sono sempre accattivanti, non osando andare oltre un canovaccio più che consolidato, e, diciamo così “nazional-popolare”. Ma questo è il pop, e non va disprezzato soprattutto quando è suonato bene, senza fronzoli e con semplicità, ma anche con grande intensità e sincerità come avviene per questi cinque ragazzotti ormai non più giovanissimi.
www.starsailorband.co.uk
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autore: Francesco Postiglione