Flags è un disco dream pop psichedelico ed elettronico le cui canzoni ricreano stati d’animo piuttosto precisi, introspettivi, tenui e digitali in cui protagonista è prima di tutto il suono, ricercato moderno, espressivo – ‘Crayon Made Army‘ da questo punto di vista è il vertice del lavoro, di una ricchezza sonora sbalorditiva, con dietro un bel lavoro di produzione sonora… – che non offre troppi punti di riferimento su cui adagiarsi, secondo un’estetica liquida, elegante, intensa che fa risaltare molto l’elemento umano principale, ossia la voce di Fabio Marchi, che quando viene raddoppiata e triplicata in un piccolo inciso corale – ad esempio nella chiusura di ‘Welcome Back‘ – o in canto e controcanti – nel singolo ‘Pristine‘ – produce brividi di piacere e scalda. Sia chiaro poi che l’aspetto estetico sonoro si coniuga molto bene con quello concettuale dei testi, dell’esecuzione e dell’emozione, così che Flags si pone come opera equilibrata e di spessore.
Il trio italiano ha inciso in Olanda quest’album cantato in inglese dalle atmosfere e dai suoni prossimi al pop islandese spiritato ed evocativo contemporaneo – ‘Hilum‘ – di Bjork e Jonsi, ad esempio, come anche agli italiani Drink to Me, Amari e Foxhound. E non mancano poi brani ritmicamente sostenuti e ballabili, come ‘The Anthill‘, ‘Here‘ – molto anni 80, in aria Pet Shop Boys – e ‘Priceless‘, o riuscite immersioni tutte elettroniche – ‘Plane and Sea’ – che si ricollegano alla precedente produzione del trio umbro, nato dalle ceneri dei Magic Pushers.
Disco molto riuscito, privo di punti deboli, estremamente attuale e spontaneo, che non deve passare inosservato.
autore: Fausto Turi
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