Quello ideato dai SUPERLOWed, dio li benedica, è uno dei progetti più folli, fuori dagli schemi e coraggiosi spuntati fuori dal (vivace o agonizzante, a seconda dei punti di vista) sottobosco musicale partenopeo. L’”incredibile compagine da stanzetta”, come amano definirsi, affida i suoi testi ermetici, surreali o semplicemente deliranti a soluzioni pseudo-hip hop in bassa fedeltà, o li fa infiltrare subdolamente tra electro-beats e schegge di funk deviato.
I ragazzi mescolano con intelligenza (e faccia tosta!) spoken-word e originalissimo cantautorato che non disdegna un approccio quanto mai “teatrale”.
La musica dei SUPERLOWed ricorda un po’ l’hip-pop dolce-amaro degli Amari; frulla citazioni “futuriste”, filastrocche e “Last night a dj saved my life” (“Futurballa salvavita”); chiama in causa gli Smiths (“alcune ragazze sono più delle altre”… ovvero il titolo di quella “Some girls are bigger than others” che recentemente proprio gli Amari stanno coverizzando dal vivo), ma – per quanto ci si sforzi a trovare riferimenti e “influenze” – brilla assolutamente di luce propria.
Nessuno li potrà accusare di poca originalità, questo è certo.
Che poi possiate considerare le loro canzoni insulse o addirittura irritanti, questa è un’altra storia…e sinceramente non credo che a loro possa interessare più di tanto…
Per quanto mi riguarda, “Posso Marco Posse” (l’opening track di questa demo) è già una hit.
Autore: Daniele Lama daniele@freakout-online.com