Bacio Ancora Le Ferite è l’album d’esordio di Erica Mou, una giovanissima cantautrice della provincia di Bari dotata di una voce vellutata e dall’accento intrigante. Negli ultimi due anni si è fatta conoscere dal pubblico vincendo svariati concorsi, ma soprattutto grazie alle numerose esibizioni live, tra cui l’apertura della data barese di Carmen Consoli lo scorso Novembre. Il disco, prodotto dalla Auand, etichetta già affermata nell’ambito jazz, presenta arrangiamenti variegati: si va dalle melodie puramente acustiche di “E’” ed “Oltre”, alle variazioni jazz dei brani “Domenica”, “Senso” e “La Neve Sul Mare”, con l’aggiunta di ballate più rock come “Lame” e “Dipendenza”; a completare il quadro c’è anche la cover di lusso “Pensiero Stupendo” reinterpretata in una versione molto essenziale, solo voce e chitarra. Estremamente creativa dal punto di vista compositivo, Erica è capace di scrivere testi poetici ed evocativi pur partendo dalla semplicità dei gesti quotidiani; ma la vera forza della giovane artista pugliese sta nella musicalità: nella capacità di indovinare sempre la melodia e di trascinare l’ascoltatore dentro un vortice avvolgente, ora soffice, ora più ritmato, che sicuramente colpisce già dal primo ascolto. È stata spesso accostata ad artisti affermati come Carmen Consoli, Elisa, L’Aura e molti altri, ma in realtà Erica Mou è già padrona di uno stile del tutto personale; e ciò si può notare a partire dai live: infatti, nonostante si accompagni spesso con la sola chitarra acustica, la cantautrice è in grado di creare un sottofondo musicale più ampio e completo, grazie all’uso particolarmente originale che fa dei loop. Con l’aiuto di “strumenti” quali: una bacchetta e un bicchiere, una brocca piena d’acqua, maracas, chitarra e ovviamente la sua stessa voce, registra e mette in loop delle basi e dei cori che crea al momento, e che va poi a modificare durante l’esecuzione del brano. Il risultato è una vera e propria orchestra concentrata in una sola persona. Senza dubbio un’artista da tenere d’occhio.
Autore: Alfredo Sansone