Per intenderci, ho ascoltato più volte quest’album, partendo dal preconcetto del classico folk alla moda negli ultimi tempi, pseudo sghembo e pseudo incisivo folk, non male magari, ma a lungo andare…che noia!
Conoscendo il precedente album “The new room” credevo ci si crogiolasse in maniera trionfale all’inno del pop folk indipendente, partendo da icone che furono il propulsore di spinta, come Red House Painters, Songs Ohia e via discorrendo.
Quest’ultimo prodotto utilizza una forma di sfogo più ruspante, riflessivo lo è eccome, ma il cantautorato prende piede allontanandosi dall’etichettatura di un genere definito.
L’ingegno di Brice Randell Bickford, chitarrista e cantante, va maturandosi e prende piede il suo operato sotto luce, in evidenza assai più di prima… ma i contorni sono quelli giusti: Chris Eubank fa da controvoce ed è assai più viscerale,risuona profondo il suo violoncello, suadente, per nulla di sfondo banale; Megan Huges si aggiunge sferzando l’aria di nitidi acuti, tagliente e anch’essa incisiva con il suo violino.
L’agglomerato che ne esce è piacevole abbastanza da presagire un continuo persino più maturo, completo.
L’album è in assoluto un assemblaggio di gorgheggi intimi, con testi personali che utilizzano parole chiave, a doppia mandata, di un certo effetto dunque una volta compresi interamente, e non manca la seconda chitarra di Neil Allen, arrangiatrice un po’ dinoccolata, che regola le melodie della voce di Brice e rafforza le dinamiche degli archi, come felicemente riesce in “Intried to repair”, dove Neil concede all’intera canzone profondità attraverso l’aggiunta della propria voce, uno specchio per ogni parola ed ogni singola nota!
L’hammond ricuce spesso i pezzi malinconici degli archi, alleggerendo con uno stile quasi fuori moda!
In “Being shown”, pare ascoltare un countryman di un paesello dell’Arizona, che si racconta scherzando di sé e del prossimo col suono del suo vecchio banjo.
Dunque in definitiva una bella sorpresa per chi, come me, temeva di incappare nel solito manieristico folk di commercio più o meno indie…invece ascoltando e riascoltando il piacere prende piede.
Autore: Lorenza Ercolino