Good girls go to heaven, bad girls go to… Temporary Residence. L’ottima etichetta newyorkese ha pensato bene di mettere in circolazione il secondo disco di Miss Violetta Beauregarde, italianissima disturbatrice electro-punk che avevamo già apprezzato con il molestissimo esordio “Evidentemente non abito a San Francisco”.
“Odi profanum”… è un disco di venti minuti scarsi, concentratissimi in sedici tracce.
Venti minuti di velenoso punk rock suonato con tastierine e campionatori. Casse marce e bass-lines cattivissime, più affini a polverosi rave hardcore che agli stucchevoli e leccatissimi clichè dell’electro pseudo eighties tanto cool di questi tempi; urla lancinanti ed effetti low-fi; violenza sonora gratuita e tonnellate di rumore; suonini a 8 bit e malsani scenari industriali.
Ogni tanto spunta fuori qualche stralcio di melodia, che pare messo apposta perché il “colpo” successivo sia più doloroso (come in “I’m the tiennamen square guy and you all are the fucking tanks”, pezzo e titolo stupendi).
Miss Violetta Beauregarde suona come dei Napalm Death cui hanno rubato tutti gli strumenti prima di un concerto e che, volendo suonare a tutti i costi, decidono di fare lo stesso il live – incazzati come iene, ovviamente – con una tastierina casio con i tasti mancanti trovata nel retrobottega del locale, collegata a qualche effetto di chitarra scampato al furto ed un microfono mezzo scassato.
Ci sarà chi dopo essere arrivato alla fine dell’ultima traccia lo riporrà sullo scaffale a riempirsi di ragnatele (senza offesa per nessuno: questo disco non è abbastanza indie-fighetto per piacervi, probabilmente). Personalmente non riesco a fare a meno di premere nuovamente “play” e farmi torturare le orecchie. “The shape of punk to come”.
Autore: Daniele Lama