I Phantom/Ghost di Dirk von Lowtzow (già leader dei Tocotronic) e Thies Mynther (che ha alle spalle esperienze con gli Stella e i Superpunk) si propongono come luogo di sperimentazione di nuove forme di cantautorato.
Peccato che il cantato-recitato di Dirk, impostato, rigido, eccessivamente in primo piano nel missaggio, pesi sulle composizioni come un masso asfissiante, rendendole ancor più pesanti di quanto non siano già di per sé.
I toni maestosi e la tensione drammatica sono eccessivi, e rendono l’ascolto del disco un’esperienza da sconsigliare a chi è alla ricerca di qualcosa di “frizzante” o perlomeno “vitale”.
L’inizio soporifero di “Tannis root” non promette niente di buono: voce recitante di Dirk su chitarre appena accennate, versi di uccelli un po’ lugubri, ed ombre di percussioni balbettanti.
Gli accenni elettronici di “Relax it’s only a ghost” concedono all’ascoltatore un po’ di ossigeno, e le melodie meno “epiche” di “Where more gifted people cracked” sono davvero gradevoli. Ma pezzi come la presuntuosa “Open book in a dead language” e la sciagurata ballad pianistica “All is hell” sembrano interminabili. Nel complesso, onestamente, trovo questo “Three” terribilmente noioso.
Autore: Daniele Lama