La storia della band Valtellinese dei Mimica prende origine dai due fondatori Marco Onetti e Nicola Mentasti, accomunati dalla passione per il post-grunge ma, nel tempo (come spesso succede) si avverte l’esigenza di ampliare il suono prima in trio (con l’innesto di Paolo Biavaschi) e poi, in formazione definitiva a quattro, con l’arrivo del drummer Gianluca Rabbiosi (un presagio per il loro sound!).
Allestito l’organico, riversano energia e fermi propositi nel debut-ep “Barriera relativa“. Un lavoro schietto, diretto, per certi aspetti ambizioso ma semplice, soprattutto nella parte testuale, nei quali trovano terreno fertile per arare vicende comuni di vita, rifugiando qualsiasi passaggio retorico. Al via, un paio di giri detonanti per introdurre la ricetta di “Senza fine“, che alterna sequenze narrative mordaci, scatenando dell’ottima spinta propositiva. D’altronde, è l’ideologia che si
prefiggono, ossia quella di elargire scossoni per contrastare le non poche traversie di vita, nelle quali ognuno di noi adotta adeguate schermaglie. Invece, scorrendo l’eclettica “Scegli il numero“, il combo entra nel ruolo del trasformismo con ragionata cronologia di indie-rock, graffiante grunge, indole filo-punk e riconosco che tal cifra non la sentivo dai tempi dei Mistonocivo. L’episodio che attenua strategicamente l’energia è “Come ho sempre fatto“, nel quale la voce di Marco non perde aderenza espressiva ma la sostiene con modulazione consona e le pizzicate chitarristiche abbelliscono il prontuario sonoro con destanti rifiniture. La chicca dell’opera è tutt’altro che un “Incubo” e se la giocano con l’ospitata della “next big thing” del rap Guzman, che flirta efficacemente con il falsetto del Mimica-singer, innalzando la traccia con equilibrio fascinoso ed “animato” (come si scorge in parte nel relativo video clip). Per il finale, riservano un posto nel desco inusuale di “Indelebile” : e qui si comprende quanto la band Valtellinese ci tenga a schivare etichette stilistiche , con un pezzo polimorfo che stringe la mano all’omologa originalità dei Blastema. A bocce ferme, come va valutato “Barriera relativa“? Come un esordio luminoso che, solo per ora, non ha fornito grandi rivoluzioni,
perÚ ha cominciato a palesare promettenti boccioli evolutivi. Se il buongiorno si vede dal mattino…
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autore: Max Casali