Si è tenuto a Roma, nel quartiere Pigneto, tra il 4 e il 7 ottobre, la seconda edizione di inQuiete. Ideato e prodotto dalla libreria delle donne Tuba e dall’associazione Mia, il festival squarcia la pesante coltre che ammanta produzioni letterarie al femminile e scrittrici, dando voce e dignità alla scrittura delle donne di Michela Aprea
Un animo femminista, con una veste molto pop: inQuiete è così. Crea movimento, comunità, lungo l’isola pedonale del Pigneto, proponendo un tema forte e reagendo con altrettanta potenza. Così, per il secondo anno consecutivo, con l’aria di chi non vuole fare polemica ma soltanto organizzare una festa, il salone delle scrittrici di Roma non prova a restituire un maltolto, bensì a prendersi tutta la posta: quella della straordinaria ricchezza offerta dalle produzioni letterarie femminili e lo fa dedicando una tre giorni a letture, mostre, incontri, workshop, giochi.
E pure se lo smacco ci sarebbe, – basta fare mente locale, oppure dare un’occhiata ai dati emersi dall’indagine promossa dall’Osservatorio su donne e uomini nell’editoria: poche le donne che recensiscono e ancora meno quelle recensite, dando corpo ad una vera e propria apartheid del femminile nella produzione culturale letteraria (e non solo è proprio il caso di dire) – inQuiete è magnanimo: gli uomini se ne stanno seduti, in platea, e ascoltano.
Il festival è nato sotto la spinta della ribellione a uno status quo insostenibile: “Quando due anni fa notammo che per l’ennesima volta i consigli di lettura per le vacanze erano tutti esclusivamente al maschile ci indignammo a tal punto da decidere che era arrivato il momento di fare qualcosa”, racconta Maddalena Vianello, una delle anime di inQuiete, a ilfattoquotidiano.it.
Così è nato nel 2017 il festival, con un animo profondamente femminista ma anche desideroso di accogliere e incontrare il pubblico, di essere accessibile a tutti, per dare a ciascuno l’occasione di scoprire e di imparare qualcosa di nuovo. È così che cinque donne (oltre a Maddalena Vianello, Barbara Leda Kenny, Viola Lo Moro, Francesca Mancini, Barbara Piccolo), hanno messo su uno straordinario esempio di festival di quartiere, diffuso, condiviso dove si mangia, si beve (certo), e (però) la cultura si fa.
Unica regola, armarsi di curiosità e liberarsi per immergersi in un workshop sul Tao della scrittura, in una mostra fotografica, trasformarsi nella propria scrittrice preferita, oppure affidare i propri figli a uno dei tanti laboratori messi a disposizione dal festival.
Due i romanzi presentati in anteprima: «Matrigna»di Teresa Ciabatti (Solferino) e «Addio fantasmi» di Nadia Terranova (Einaudi).
Tantissime le donne che si sono alternate sul palco durante i tre giorni della rassegna: Simonetta Agnello Hornby, Giulia Anania, Ritanna Armeni, Maria Attanasio, Silvia Avallone, Letizia Battaglia, Simona Baldelli, Violetta Bellocchio, Annalena Benini, Giulia Caminito, Luciana Castellina, Gaia Cenciarelli, Teresa Ciabatti, Cristina Comencini, Maria Rosa Cutrufelli, Serena Dandini, Cecilia D’Elia, Concita De Gregorio, Daria Deflorian, Tiziana De Rogatis, Viola Di Grado; le attrici di Dissenso Comune, Valentina Farinaccio, Iaia Forte, Nadia Fusini, Chiara Gamberale, Francesca Genti, Lisa Ginzburg, Helena Janeczek, Vivian Lamarque, Loredana Lipperini, Giusi Marchetta, Rosella Milone, Letizia Muratori, Michela Murgia, Letizia Pezzali, Laura Pugno, Veronica Raimo, Evelina Santangelo, Igiaba Scego, Elvira Seminara, Paola Soriga, Elena Stancanelli, Paola Soriga, Carola Susani, Nadia Terranova, Federica Tuzi, Chiara Valerio.
Memorabili i «Ritratto di signora» dedicati a Laura Orvieto (secondo Carola Susani); Jane Eyre (secondo Elena Stancanelli); Sylvia Plath (secondo Florinda Fiamma); Nawal al Sa’dawi (secondo inQuiete Teatro); Natalia Ginzburg (secondo Chiara Valerio); Laudomia Bonanni (secondo Giulia Caminito); Joyce Lussu (secondo Paola Soriga); Mary Shelley (secondo Silvia Neonato); Ingeborg Bachman (secondo Valeria Viganò).
Incantevoli le letture di Iaia Forte, accompagnate dal clarinetto di Luigi Cinque, durante l’incontro dedicato alle «Parole di Elena Ferrante» con Tiziana de Rogatis e Isabella Pinto. Toccanti gli «Amori comunisti» riportati alla luce da Luciana Castellina, durante la presentazione del suo testo, omonimo, per la Nottetempo edizioni.
Illuminante l’incontro con Nadia Fusini sulla nascita dell’Orlando di Virginia Woolf.
Emozione pura l’interpretazione di Daria Deflorian, che ha letto per il pubblico alcuni brani da “Non sono più uscita dalla mia notte” di Annie Ernaux.
Il festival è ormai terminato, non resta che aspettare la prossima edizione, magari coccolate/i dalla playlist poetica preparata da Giulia Ananìa
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