“Dopotutto le parole sono sempre state il nodo cruciale di quello che faccio”: così Giorgie d’Eraclea, leader e ispiratrice, nonché principale creatrice delle melodie, non potrebbe descrivere meglio il cuore di questo nuovo lavoro della band lombarda Giorgieness, Siamo Tutti Stanchi, album che segue l’ottimo debutto lo scorso anno con La Giusta Distanza, sempre per etichetta Woodworm.
In questo disco, Giorgie e Davide Lasala, autore dei perfetti arrangiamenti (mai una sbavatura, o un raffinamento che fuoriesce dal senso della canzone, mai eccessi, nessun virtuosismo inutile) cercano un maggiore equilibrio tra l’energia rock viscerale dettata dai ritmi di Andrea De Poi al basso e Lou Capozzi alla batteria, ed un sound più solido e maturo, ricercatissimo come detto dal chitarrista e arrangiatore Davide, tutti naturalmente traghettati verso l’emozione dalle armonie vocali di Giorgie d’Eraclea, con la sua voce singolarmente “pulita” (pensiamo a Laura Pausini, Giorgia), che però lei riesce a portare verso sentieri cupi di un rock a tratti duro, soprattutto per i contenuti.
“Il disco è una sorta di ode alla fallibilità, intesa come tensione naturale all’errore, da cui, se si ha la voglia e la forza, si può imparare a distruggersi per poi ricostruirsi. Paura del fallimento inteso anche come timore del giudizio e soprattutto del senso di umiliazione che ne consegue”.
Perciò il disco è pieno di immagini cupe, poche sicurezze, se si parla d’amore sono sempre storie fallite che lasciano lacrime amare. “Il senso più profondo è di nuovo qualcosa di egoistico e privato, un discorso con me stessa per raccontarmi davvero quello che sento e come lo sento. Sono riuscita però a partire da esperienze personali per parlare di argomenti più ampi e temi sociali che non possono lasciarci indifferenti”.
Qui forse Giorgie si riferisce alla bellissima Controllo, dove riesce a descrivere la trappola mentale in cui cadono le donne vittime di violenza domestica, ma in generale tutte o quasi le canzoni più profonde disegnano un’immagine quasi iconica di donna tormentata, sofferente, continuamente fallibile e “sbagliata”, ma anche desiderosa di ripartire, come in Essere te, o Che Cosa Resta, o Umana, o Dimmi Dimmi.
Giorgie riesce a trovare nei testi la sua propria vena poetica, che la rende inconfondibile per l’accostamento di alcune immagini prosaiche a pensieri alti, materiale che diventa praticamente qui la sua cifra stilistica. Il resto, lo fa la sua voce, camaleontica benché di impronta netta, e la raffinatezza delle soluzioni di accompagnamento musicale, che in pratica le stendono il tappeto sonoro per tutti i 10 brevissimi ma intensi pezzi del disco. Come il precedente, Siamo Tutti Stanchi è stato registrato, prodotto e mixato da Davide Lasala presso l’EDAC Studio a Fino Mornasco (CO), insieme a Andrea Fognini e masterizzato da Giovanni Versari.
L’album insomma prosegue il processo di crescita sia dal punto compositivo-musicale che da quello delle parole, probabilmente frutto dell’esperienza che la band ha accumulato nell’ultimo anno e mezzo passato on the road (oltre 100 le date in poco più di un anno!) Sorprende il rock elettrico quasi punk di Avete Tutti Ragione, le pensierose e profonde Vecchi, Umana, Mya, Fotocamera, e le “toste” Calamite, Essere Te, Controllo, mentre quasi a fare pausa da tutta questa energia dark c’è in mezzo l’autoironica (ma non per questo meno malinconica) Che Cosa Resta. Si tratta pertanto davvero di un album equilibrato, che sembra fatto col misurino delle emozioni giuste da alternare, laddove invece basta il primo ascolto per capire che è soprattutto frutto dell’incandescente energia di questa poco più che ventenne dalla rabbia rock e dallo sguardo di osservazione tutt’altro che banale.
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autore: Francesco Postiglione